Salvini e le torte al cioccolato.
Siamo circondati da un sacco di propagandisti di destra che invoca la "libertà di opinione" per poter dire
qualsiasi cosa.
Il problema è che esistono le opinioni ed esistono i fatti.
Da più di 30 anni la destra, a cominciare da Berlusconi, ha lavorato per intorbidire le acque e confondere le opinioni con i fatti.
Ma fatti ed opinioni sono cose diverse. E non è un opinione😁. Vediamo.
Se uno dice "Io preferisco la torta di mele" ed un altro dice "Io preferisco la torta al cioccolato", le due persone esprimono delle opinioni.
Se invece uno dice "La torta al cioccolato si fa con le mele", dice una sciocchezza. Quando l'attivista di destra viene beccato in flagrante, di solito prova a dire "si possono mettere le mele anche in una torta al cioccolato". Vero. Però è un concetto differente.
Salvini ha appena detto "Bolsonaro è stato condannato a 27 anni di carcere perché è in testa ai sondaggi".
Salvini racconta una bugia [non è neppure un opinione, è solo una bugia] perché Bolsonaro ha tentato un colpo di stato (i fatti sono accertati oggi, ed erano chiari ieri) e conseguentemente è stato condannato.
Insomma, una situazione molto simile a quanto provato il 6 gennaio 2021 da Trump.
Ora, per quanto la libertà di opinione vada difesa strenuamente, non possiamo non interrogarci su almeno 2 cose:
- Come si richiama alle proprie responsabilità chi diffonde notizie false?
- Come si richiama alle proprie responsabilità chi semina odio, magari inventando fatti?
Il tema è delicato. Non solo perché vanno difesi i diritti delle persone.
Ma perché quando nascono dei movimenti che si oppongono a scelte (reputate) nefaste, i media bollano le argomentazioni che vanno contro i grandi interessi economici come Fake, menzogne , ecc.
Credo però che non si possa nascondere la testa sottoterra. C'è chi spinge e sovvenziona la diffusione di notizie false sia per specifici interessi economici e/o politici, sia per intorbidire le acque. Per creare divisioni, sfiducia, disinteresse.
Insomma, occorre interrogarsi su queste cose.
Non esistono solo i divieti. Esistono regole. Quantomeno per il dibattito pubblico sui media.
Pensiamoci
Carlo
0 Commenti