i 4 morti sul lavoro del 8 settembre: se vogliamo la prevenzione, usciamo dai luoghi comuni

 

i 4 morti sul lavoro del 8 settembre: se vogliamo la prevenzione, usciamo dai luoghi comuni

9 settembre

ieri, quattro morti sul lavoro.

Alcune 3 cose da fare subito. [Leggete tutto, se desiderate qualcosa di piccante]

Ieri sono morti:

Un lavoratore, egiziano di 69 anni, Yosif Gamal, muore precipitando con il cestello mentre affigge un manifesto a 12 metri di altezza.

Un altro lavoratore, Salvatore Sorbello di 53 anni, cade dal ponteggio mentre lavorava [probabilmente all'installazione di infissi] all'ampliamento di un capannone .

Un terzo lavoratore, Toure Mamadou, ghanese di 48 anni, muore "colpito alla testa dalla leva di un tornio su cui stava lavorando"

Il quarto lavoratore, Daniele Cucchiaro di 47 anni, muore schiacciato da un muletto che si ribalta.


Cose che si possono e si devono fare:

1) Scandalizzarsi, non serve. Occorre riportare al centro dell'attenzione le condizioni di lavoro. I mezzi di informazione devono parlare dei morti sul lavoro. Anche sinteticamente. Tanto, sono tanti.😪 Si racconti chi sono, si pubblichino le foto. Rendiamoli umani, altrimenti diventano solo numeri

2) informiamo su cosa è successo. Non servono tecnicismi, ma le storie dei singoli infortuni non possono essere ridotti a dei cliché. Non è difficile. E non ci si può nascondere dietro esigenze di segreto istruttorio😢. Aiuta a capire e dà dignità ai lavoratori morti.

3) non buttiamo il bambino con l'acqua sporca. Nel 1962 i morti sul lavoro erano 4200. Allora non si contavano gli infortuni stradali e quelli agricoli. Oggi sono 1400 morti, di cui 750/800 sul luogo di lavoro.

Sappiamo che sono cambiate tante cose, compresi i settori lavorativi più importanti. Ma le lotte dei lavoratori, il trasferimento delle competenze per la sicurezza sul lavoro al SSN (al 30 giugno 1981), l'impegno della (di parte della) Magistratura, hanno lasciato la loro traccia.

4) Serve più vigilanza. E vero. Ma le cose sono complesse.

Se esaminiamo gli infortuni di ieri, per quel poco che si sa:

Per l'infortunio del tornio e per la caduta dal tetto, è possibile che un intervento di vigilanza avrebbe potuto prevenire. Sicuramente non sarebbe servita per il morto da muletto.

Per il morto di Torino, con cedimento del cestello mentre il lavoratore affiggeva un manifesto, le cose sono più difficili.

Ipotizzare interventi di vigilanza su attività di breve durata è irrealistico. Ed è ancora più irrealistica una verifica tecnica estemporanea della sicurezza del sistema di sollevamento. Sono impianti soggetti a verifiche periodiche. Una vigilanza efficace si potrebbe fare nei depositi delle aziende che li affittano.

Quando venne proposto, la Regione Piemonte cassò l'idea perché i depositi non sono luoghi di lavoro (o meglio, la vigilanza riguarda aspetti non direttamente connessi alla sicurezza sul lavoro di chi lì vi lavora). Era un po' più complesso, ma in effetti c'erano diversi aspetti da risolvere. Ma sono passati quasi 20 anni.

Per inciso, non è peregrino ipotizzare che una gru "con qualche problema" venga dirottata ad attività con minore rischio di controlli. Quindi destinata ad attaccare manifesti piuttosto che ad essere usata in cantieri (per dirla in 4 parole ...)

Carlo

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