Fare l'Europa? SI, si, ma le scuole medie si chiamano "Europa Unita " e non "Unione Europea"

Bisogna "Fare l'Europa".
OK, va bene! Ma esattamente quale Europa?
Come ho già ricordato, ci sarà bene un motivo se le scuole medie si chiamano "Europa Unita " e non
"Unione Europea"
, non credete?
A me da piccolo piaceva il MEC, che aveva confini simili a quelli del Sacro Romano Impero. Mi piaceva perché in Italia ero un "bastardo tedesco" e in Germania uno "straccione italiano". Non era mica la preistoria, erano gli anni '60.
Poi ho scoperto che prima del MEC c'è stata la CECA.
L'idea era quella di condividere risorse ed evitare le guerre. OK, i nordici condividevano carbone e acciaio e noi, gli italiani, ci mettevamo gli emigranti, per lo più, ma non solo, meridionali, destinati  a lavorare in miniere e fonderie. Destinati a morire presto per silicosi o infortuni. Insomma, non era certo una meraviglia, ma era quanto le società liberali sapevano proporre.
L'Unione Europea propone invece uno sacchiere in cui competono le grandissime industrie. Non a caso la parola con più ricorrente nella proposta di costituzione europea era "banche".
L'UE produce norme, in grande quantità. Si tratta per lo più di "norme tecniche" finalizzate alla libera circolazione delle merci. La produzione è sicuramente influenzata dalle lobbies e l'UE finanzia la presenza di rappresentanti di cittadini a Bruxelles. Ma è una lotta impari; se fosse Davide contro Golia avremmo qualche speranza, ma così no ...

Non tutte le norme sono contrarie all'interesse dei cittadini, ma quando si equiparano i surrogati agli originali, non va bene.  Quando si vorrebbe normare i pomodori sulla base della sfericità, della sottigliezza e lucentezza della buccia, qualcosa non va. Così come se si vuole normare la dimensione dei frutti, per poterli vendere "a pezzo".

Poi, intendiamoci, ci sono norme toste. In Europa per immettere sul mercato una sostanza o un preparato, occorre che chi la immette sul mercato ne dimostri la sua presunta non nocività attraverso percorsi definiti. Negli USA avviene il contrario; sono i cittadini che hanno l'onere di provare la nocività di quanto immesso nel mercato.
Il nodo sul TTIP (trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti) era questo, anche se il centrosinistra faceva finta di non capirlo. Alla destra, invece, non gliene frega proprio niente.  
Sempre per intendersi (anche se la cosa riguardava di più il CETA con il Canada) c'era la pressione per riammettere in commercio l'amianto ...
Quando TRUMP accusa l'Europa di ostacolare gli USA, si riferisce a questo. E state tranquiilli che a Bruxelles c'è già chi pensa di svendere le vostre garanzie ....

Insomma, chi dice "attenti a non buttare il bambino con l'acqua sporca" ha delle ragioni. Ed è anche vero che la crisi, drammatica, può favorire cambiamenti.
Ma mancano le piazze (Quelle vere, non quelle dei tifosi alla camomilla!). Mancano i movimenti. Chi farà eventuali scelte, vuole andare nella stessa direzione, peggiorando un po': meno welfare e più armi.
Più che "fare l'Europa" bisognerebbe "Rifare l'Europa". Magari facendo l'Europa Unita. Ma un Europa con chiare gerarchie di valori: prima i valori sociali, di conoscenza tra popoli, di lenta ibridazione delle culture. Un'Europa dove le differenze sono un patrimonio che aiuta tutti a crescere"
Un'Utopia?
Sì. Non si farà. Quantomeno fino a dopo il conflitto termonucleare. Sempre che sia ancora possibile.
Carlo 

 




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