13 febbraio 1945 - Dresda: una breve riflessione ed un pezzetto di diario
Come ogni anno ricordo il bombardamento di Dresda avvenuto la notte tra il 13 e 14 febbraio 1945. Due settimane dopo l'ingresso dei sovietici ad Auschwitz e due giorni dopo Yalta
Goebbels dichiarò che ci furono 300mila morti, serviva alla propaganda per rafforzare l'ultima resistenza tedesca. Irving riprese questi numeri privi di fondamento. Negli anni '60 ricordo che si parlava di 60mila / 80 mila morti. Cifre probabilmente vicine al reale.
Lo scorso decennio la una novella Realpolitik portò progressivamente a dire 25mila, 22mila, perfino 18 mila. Cifre ridicole, finalizzate ad una diversa propaganda, ma pur sempre propaganda.
Gli inglesi bombardarono a tappeto dopo avere sganciato 4 fari che delimitavano l'area da distruggere. Gli americano avevano un approccio diverso: puntavano a poti, ferrovie, industrie ecc.
L'insegnamento avuto dalla mia famiglia è stato sostanzialmente uno "Carlo, vedi, questa è la guerra! si comincia dichiarando grandi ideali e poi gli orrori generano altri orrori. Gli inglesi? Cosa vuoi, loro avevano subito per primi".
Cari amici, l'unica guerra buona è quella che non si fa.
Quest'anno vi regalo un pezzetto di diario, che può aiutare più di mille riflessioni:
"Il 13 febbraio era Carnevale ed era la vigilia del compleanno della nonna, Migliaia di rifugiati si trovavano a Dresda, per lo più slesiani, tanto che quel giorno la nostra città ospitava circa 1 milione di persone.
L’allarme è dalle 21:45. Sono molto stanca e Ugo mi dice: "Sdraiati tranquilla, anche questa volta non è niente!" Appena vado a letto arriva la notizia che il culmine della tempesta di bombardieri ha raggiunto la zona della città. Le formazioni si erano improvvisamente trasformate in modo che gli ultimi aerei diventassero i primi".
E ora alcuni appunti dall'agendina di Ugo:
"Ore 22:00: Attacchi violenti sulla città; attacco terroristico. Elio e Franco sono appena avvolti nelle coperte. Per x volte le esplosioni delle bombe si avvicinano a noi ma ci saltano.
Dopo l'attacco, il cielo è rosso e pieno di fumo e scintille. I fuochi divampano intorno a noi.
È stata colpita la casa della signorina Marquardt. Aiuto lì e nella Baumstrasse.
Verso le 24 il secondo attacco. Sono esausto e non potrei fare nulla in caso di emergenza! Ed è anche peggio di prima! I bambini sono calmi e lo siamo anche noi, dopo un breve riposo"
"Il 14 mattina Elio recita la poesia per il compleanno della nonna. E’ il mercoledì delle Ceneri e c’è di nuovo un attacco. La luce se ne va.
(Gas e acqua non erano più disponibili dal primo attacco. L'ultima cosa che abbiamo provato a preparare a gas è stata la torta di compleanno della nonna, non siamo riusciti nemmeno a finirla di cuocerla perché il gas si è spento molto presto)"
"Nuovo attacco il 15: bombardieri nelle vicinanze: la strada forestale è già stata colpita. Siamo in cima alla strada nel momento del pericolo. Scendiamo velocemente. Nessuna sirena, gran casino; dormiamo nel seminterrato; Quasi tutte le persone della nostra casa se ne vanno (siamo nella zona tra Bautznerstrasse e Jägerstrasse: dal Bischofsweg alla Prießnitz). Restano solo gli Schmidts ed i Kretzschmer."
"Io stessa non dimenticherò mai il momento in cui mi trovavo davanti alla porta della casa con Franco nella carrozzina ed Elio che mi teneva la mano, mentre Ugo era andato nel seminterrato a portare degli scatoloni. All’improvviso degli aerei scendevano in picchiata e sganciavano una bomba esplosiva molto vicino a noi! Le finestre della cucina e soprattutto della camera dei bambini erano ancora intatte e per il momento questa è stata una benedizione per noi"
Non è il caso di andare oltre.
Carlo
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