Inceneritore del Gerbido – parte quarta – Una gallina dalle uova d'oro
Vediamo dove siamo arrivati .....
- Abbiamo visto che i valori limiti non servono per tutelare la salute. Servono per gestire il funzionamento degli impianti; nel caso degli inceneritori, i valori limite normano la quantità massima di inquinanti per volume di emissioni. E non si applicano nelle fasi critiche di accensione e spegnimento.
- Abbiamo quindi capito che più rifiuti si bruciano, più si inquina.
- Abbiamo visto come la normativa europea (ed italiana) colloca la combustione dei rifiuti alla fine di un processo di gestione in cui i rifiuti sono ridotti, sono riutilizzati e sono riciclati.
- Abbiamo ricordato come a fronte di queste contestazioni veniva detto “C’è un emergenza! adesso facciamo l’inceneritore, poi faremo il resto”. E sono pronti a ripeterlo.
Un po’ come per giustificare il ponte di Messina quando al Sud mancano trasporti pubblici decenti. O come per la TAV, quando si fa notare che ai cittadini servono trasporti regionali e urbani. Pensateci! E’ questo che differenzia l’Italia dagli altri Paesi europei. E questo approccio che spinge sempre più in basso il nostro Paese.
- Abbiamo visto come lo Studio SPOTT (nomen omen) serve ad intrattenerci a spese nostre. Valutare la differenza di effetti tra chi abita vicino al inceneritore e chi abita più lontano, per sostanze (Diossine e PCB) che sono assorbite al 90% per via alimentare è una presa in giro. Non siamo più nel Medio Evo quando le persone mangiavano ciò che coltivavano nell’orto di casa.
- Abbiamo visto come l’inceneritore del Gerbido sia stato privatizzato - come previsto già nel 2003 da chi si opponeva - E così l’ 80% dell’inceneritore è di proprietà di IREN Ambiente spa.
Possiamo aggiungere che nel corso degli anni il limite di rifiuti trattabile dall’inceneritore del Gerbido è stato progressivamente aumentato giungendo a 600.000 tonnellate / anno
Possiamo quindi farci alcune domande:
- Voi, per investire alcune centinaia di milioni in un inceneritore, chiedereste delle garanzie? Ragionevolmente vorreste essere certi che per un buon numero di anni vi arrivi una quantità di rifiuti sufficienti per ripagarvi l’investimento e trarne il vostro utile. Questo è il normale ruolo di un’impresa.
- Ma questo corrisponde all’interesse pubblico? Magari no, penserà qualcuno, perché alla fine le cose costano di più! Ma se la Pubblica Amministrazione non ha soldi è una via obbligata, penseranno quasi tutti adottando il “BSC” (Buon Senso Comune)
- Ma siamo sicuri? Ma è proprio vero?
L’utile netto di TRM (società che gestisce l’inceneritore del Gerbido, di proprietà per lì’80% di IREN Ambiente spa) negli ultimi anni è stato
Anno Utile netto2019 21.724.477,002020 20.015.367,002021 48.116.495,002022 94.023.888,002023 38.677.627,00
Totale 2019-2023 222.557.854,00
Insomma, in 5 anni l’utile netto è pari ad una buona parte del costo dell’impianto.
La Pubblica Amministrazione poteva recuperare rapidamente i soldi spesi. E mantenere la proprietà pubblica dell’impianto. Poi, la Pubblica Amministrazione poteva scegliere tra molti orientamenti per definire i costi dello smaltimento rifiuti;
- Mantenere un costo alto per tassare in via mascherata la popolazione
- Abbattere il costo per finalità sociali.
- Scegliere una via intermedia per avere fondi con cui finanziare la riduzione dei rifiuti
- Ed altre ancora
Ma IREN Ambiente spa non guadagna tanto perché vende il calore per il teleriscaldamento a IREN Energia spa a prezzi stratosferici. Tutt’altro. Ci pensa poi IREN Energia a fare tariffe di teleriscaldamento come se avesse pagato il calore a peso d’oro.
Insomma, l’Inceneritore del Gerbido non è un termovalorizzatore! E’ una gallina dalle uova d’oro! E se fosse vostro, fareste di tutto per continuare il più a lungo possibile. Anzi, dato che l’appetito vien mangiando, vorreste tanto ampliare l’inceneritore per ampliare i vostri profitti.
OK! la sto sparando grossa e voi questa non ve la bevete! La politica locale può avere tanti difetti, ma mantiene gli impegni presi! O no? il seguito alla prossima puntata
Carlo
Carlo
(Continua)
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