"Noi, speriamo che ce la caviamo!" (di nuovo)
L'entusiasmo per la sconfitta dell'estrema destra alle elezioni in Francia, in Italia sembra voler insegnare la lezione sbagliata.
In estrema sintesi prevale un "Vedete? Uniti si vince!".
Potremmo disquisire come in politica la somma dei voti di una coalizione sia (di solito) inferiore alla somma dei voti dei singoli, ma non è questo il punto.
La questione è che di fronte all'unione delle "forze politiche democratiche" (definizione che rischia di essere un pochino autoreferenziale, ma sorvoliamo) l'estrema destra perde.
La vera questione dovrebbe essere "Come mai l'estrema destra che era irrilevante oggi è diventata così forte che per essere sconfitta richiede la coalizione di tutte le altre forze politiche?"
Se si sfugge a questa domanda, ci si affida al "Speriamo che tra qualche anno ce la caviamo di nuovo!"
Tralasciamo per un momento renziani e calendiani il cui peso è irrilevante, se non fosse per l'appoggio del mondo finanziario che li "gonfia" quasi valessero quanto la Lega di Salvini o Forza Italia.
Jean-Luc Mélenchon ed il Nuovo Fronte Popolare, possono non piacere. Ma è difficile sostenere che Mélenchon non sia andato a coprire un un'ampia area di politica abbandonata dalla "ex-sinistra". Riportando molte persone a votare e , forse, rubando anche qualche voto all'estrema destra.
Magari a qualcuno Mélenchon non piace, non tanto per le sue proposte politiche, ma perché dimostra che se ci si occupa di un'ampia area di "bisogni" politici e sociali" abbandonata dalla ex sinistra in nome delle ragioni dell'economia, allora succede che le persone tornano a votare.
E in politica gli spazi non restano mai vuoti; se l'ex sinistra abbandona uno spazio, arriva la destra ad occuparlo. Era quello che stava succedendo in Italia all'inizio deli anni 2000, quando Fini avrebbe occupato un 'ampia area del "sociale" se non ci fosse stato Nichi Vendola che l'ha presidiata (NdR: per favore, non elencatemi i difetti di Nichi Vendola. Probabilmente ne posso raccontare più di voi; il punto è che Vendola ha presidiato un'area abbandonata da altri....).
Ora, in Italia i partiti ultraliberisti (quelli di Renzi e Calenda, per intenderci) già prima del secondo turno delle elezioni francesi si sono premurati di dire "La Le Pen, NO!, ma nemmeno Mélenchon!" Macron ha dovuto attendere i risultati elettorali.
Da più di 40 anni, da ben prima di Berlusconi, siamo prigionieri del "uniti al centro contro gli opposti estremismi". Era il 1976 che Giorgio Gaber cantava ironicamente che "i Partiti slittano (verso il centro)". E così, con il tempo, i partiti sono slittati a destra.
Ora, invece che inneggiare alla vittoria in Francia bisogna prendere atto che "L'abbiamo sfangata!" Dobbiamo renderci conto che nella ex-sinistra ci sono molti secondo i quali le posizioni politiche di Tina Anselmi e di Rosi Bindi sono (sarebbero) pericolosamente massimaliste.
Le persone in buona fede, possono cambiare idea. Gli altri, evidentemente, non guardano neppure vagamente a sinistra.
Forse serve veramente che si smetta di parteggiare e si riprenda a partecipare. E' difficile? Come si fa? di questo possiamo parlarne... Anzi dobbiamo parlarne. Di certo nessuno di noi, singolarmente, ha la soluzione.
Carlo
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