Agricoltori: devastazione e tutela dell'ambiente

"Gli agricoltori non sono quelli che devastano l'ambiente. Gli agricoltori sono quelli che hanno cura
dell'ambiente"  
Detto così, può generare consenso. Soprattutto se "condito" con amene immagini agricole
Ma, se non si vuole disinformare, bisogna vedere  molti aspetti..

1) la questione non sono gli "agricoltori", ma l'agricoltura. In particolare l'agricoltura intensiva.

2) gli agricoltori non sono tutti uguali. E la prima  differenza non è quella "tra agricoltori che usano sostanze e agricoltori bio". Che è un modo di vedere le cose in po' troppo da lontano.

3) sappiamo che quando si citano i cattivi esempi, non si deve attribuire queste cose a tutti. Ma qualche esempio si può farlo.. 
>> per esempio, si può pensare agli agricoltori che spandono su un terreno un eccesso di liquami provenienti da allevamenti suini. A parte che ci sono limiti normativi, la cosa danneggia i terreni e le falde acquifere. 
E se si produce un eccesso di liquami rispetto ai terreni disponibili, si deve pensarci prima, non allargare le braccia sconsolati. ... 
>> oppure si può pensare a quegli agricoltori che il sabato sera alzavano le paratie per fare andare i liquami suini nelle bealere. Unendo l'utile al dilettevole, facevano anche scommesse sulla distanza che avrebbe raggiunto l'ondata di liquame. 
>> oppure penso a chi raccogliendo l'insalata, che poi avrebbe venduto sul banco del mercato, prima la trattava con funghicidi  ("anticrittogamici") in modo che le foglie non appassissero dopo poche ore, restando belle ed invoglianti per  l'acquisto anche dopo ore sul banco.. 
>>oppure penso a chi coltiva il mais irrigando il campo allagandolo fino ad un'altezza di 30 cm (che significa un consumo superiore per assorbimento e tracimazione dell'acqua.). Perché "si fa così".
Magari non spetta al singolo trovare soluzioni, ma almeno potrebbe prelevare l'acqua usando un contatore. (scelta, pare, non opzionale) 

4) ma io penso ad un po' di agricoltori che conosco. Brave persone, che in modo più o meno cosciente sono "costrette" a lavorare in un modo che alla lunga usura l'ambiente. Che lo danneggia. 
Non è sufficiente dire basta che facciano anche loro "bio" o la "lotta integrata". Occorre dire che strada percorrere perché questo capiti.

5) perché la questione sta a monte. C'è un industria che produce fertilizzanti chimici e spinge per aumentare l'utilizzo. Per quanto ho capito la contrarietà al "riposo a rotazione" dei terreni deriva spinte dell'industria dei fertilizzanti. 

6) c'è un industria che produce pesticidi (che è il termine internazionale. "Fitofarmaci" è la cosmesi che si fa in Italia. Si cambiano le parole e si lascia i alterata la sostanza). 
Forse è giunto il momento di chiedersi se, per esempio, la sostituzione della coltivazione di mele renette (a buccia spessa") con le "golden delizia" (a buccia sottile") non sia avvenuta per spinta dell'industria dei pesticidi che in tal modo vendeva più pesticidi. 

Poi penso ad Aldo. Che spiegava che prima allevavano un po' di mucche ed ora solo una o due, per "usarle" loro e gli amici. 
Perché? 
"perché ad un certo punto è venuto quello delle bestie (ndr: il macellaio). Ha comprato  una mucca e di ha detto che la prendeva dopo un mese. E ci ha dato una scatola con delle medicine "voi fatele una puntura tutti i giorni". 
Aldo conclude "Uno schifo! Così abbiamo dato via le mucche" 

Non penso che possiamo pretendere che tutti facciano come Aldo. 
Serve la politica e serve l'attenzione di tutti. 
Carlo

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