Non hanno rispettato le procedure di sicurezza!

 "Non hanno rispettato le procedure di sicurezza!"


Probabile. Ma occorre comunque accertare quali misure non sono state rispettate, da parte di chicomequandodoveperché, ecc.

Ma c'è un'altra domanda.
"Le procedure di sicurezza previste per il lavoro sui binari sono adeguate?".
Perché è difficile sostenere che sia adeguata una procedura che può non essere rispettata con facilità.
E se fosse vero che "è un'abitudine non rispettare alla lettera parte di queste procedure" (cosa da dimostrare), aumenta la gravità dell'inerzia di chi ha le responsabilità generali per la sicurezza dei lavori sulla rete ferroviaria, ma non cambia la sostanza.

Una procedura di sicurezza in linea generale deve essere (per quanto possibile) semplice, lineare, con compiti (e responsabilità) chiaramente attribuiti. Deve essere ben chiaro chi deve fare una cosa  e quando la deve fare. E per rischi gravi, deve esserci un feed back che garantisca che ognuno ha fatto ciò che deve.
E poi sappiamo bene che quanto più una procedura è faragginosa, quanto più rallenta, quanto più fa faticare, tanto più elevata sarà la probabilità che non venga rispettata.
E sappiamo che tecnologia ed informatica, se usate correttamente (se realmente orientate al obiettivo della sicurezza)  possono essere di grande aiuto.

Ma qualcuno continua ad insistere sull'"errore umano".
Ora, è ben noto che gli umani sbagliano. E sappiamo anche quali possono essere i fattori che favoriscono gli errori.
Ma proprio per questi motivi l'"errore umano" non è mai una spiegazione sufficiente per un infortunio grave ...
In generale si parla di "errore umano" per salvare il mito dell'efficacia delle tecnologie. Il mito di chi con le sue capacità e con il suo sapere, risolve i nostri problemi. Ci salva.   
Nel caso della tragedia di Brandizzo parlare di errore umano serve solo ad allontanare l'attenzione  dalle carenze delle procedure. Questo non vuol dire che non ci siano stati errori umani; e i responsabili di questi errori umani devono risponderne.
Perdonatemi se sono ripetitivo, ma se ci sono state gravi violazioni delle procedure di sicurezza, allora queste procedure sono inadeguate e ci sono gravi responsabilità di chi non le ha adeguate.

Ora, l'errore umano esiste ed è anche abbastanza frequente.  Però occorre notare che la categoria dell'errore umano viene sempre applicata allo scenario dell'infortunio. Magari a carico della vittima. Insomma, l'errore umano è quello che fanno i sottoposti.

Se volessimo portare l'attenzione su tragedie degli ultimi anni e ragionare in termini di "errore umano" potremmo dire che:
C'è stato un errore umano dei dirigenti della ThyssenKrupp che hanno scommesso sulle possibilità di limitare la manutenzione degli impianti perché lo stabilimento era in via di dismissione;
C'è stato errore umano da parte della Eternit che ha continuato a lavorare l'amianto dopo il 1965, quando la cancerogenicità dell'amianto è stata definitivamente accertata.
Che c'è stato errore umano da parte di Autostrade che ha scommesso sulla possibilità di rimandare la manutenzione del Ponte Morandi.
e via dicendo ...
Ma questi non sono erroriSono scelte. Sono scommesse fatte sulla pelle di altri per aumentare i propri profitti.   
Insomma, sono reati. Come ci ha insegnato Raffaele Guariniello, quando si è posto il problema del "dolo eventuale".
E' così sono scelte quelle che fanno i responsabili della sicurezza che non operano per far adottare le migliori misure di sicurezza

Ora, non offendetevi. Ma non prendetevela genericamente con i "padroni che mandano a morire gli operai". Se ci limitiamo a dire questo, ci limitiamo a ripetere uno slogan. E collaboriamo a conservare questa situazione. Occorre mantenere l'attenzione. Pretendere che i media prestino attenzione. Non solo alle tragedie che fanno audience, ma alla sicurezza sul lavoro. O se volete, al lavoro in generale. Per insegnarci a comprendere il lavoro ed a comprendere la sicurezza. 
Pretendere che i giornalisti che fanno informazione sulla sicurezza sul lavoro abbiano un minimo di formazione. Quanto basta per fare buone domande e per non intervistare tromboni che nulla c'entrano con la sicurezza sul lavoro.
Carlo
Altrimenti, non cambierà nulla

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