In fin dai conti Meloni e Salvini hanno ragione


Il 5 giugno 2023 ricorre la Giornata mondiale per l’ambiente. 

Un'occasione d'oro per fare del sano moralismo e spargere luoghi comuni



Che sia in atto un cambiamento climatico determinato dalle attività umane, in primo luogo dalle emissioni di anidride carbonica (CO2) e da altri gas serra è un fatto accertato.

Ovviamente esistono dei cosiddetti "negazionisti"  come è sempre avvenuto quando alcune attività / prodotti industriali si sono rivelati essere altamente nocivi. Possiamo pensare alla storia dell'amianto, del cloruro di vinile monomero o al fumo passivo.
E' un fenomeno in cui dei "buonsensisti" in buona fede fanno da amplificatori a campagne accurate finanziate da chi difende i suoi interessi economici per andare avanti come prima per garantire i propri interessi economici.
E questo è il primo problema, perché più si manifesterà la catastrofe ambientale, più si proverà a mettere in atto azioni radicali e diventeranno più importanti gli investimenti dei portatori occulti di interessi specifici.  
Non è vero che "anche tra gli scienziati ci sono opinioni differenti", per almeno 2 motivi.
Il primo è che c'è un imponente concordanza degli studi scientifici; ma il metodo scientifico per sua natura è problematico. Si pone delle domande e prova sempre a mettere in discussione i risultati; cioè, il metodo scientifico fa l'esatto contrario dei negazionisti di varia natura che raccolgono qua e là dati che possono tornare utili alle loro tesi e su questi sfornano teorie. Senza mai sottoporle a verifica.
Il secondo è che la scienza non produce opinioni, ma conoscenze basate su misure. E poi altre misure per verificare le spiegazioni delle misure precedenti. E avanti così.

Il secondo problema - essendo certa la causa del cambiamento climatico - sta nel modo in cui si  cercano soluzioni.
In linea generale si procede come di consueto in via analitica, isolando un problema dagli altri. Che sarebbe un modo corretto se poi - prima di procedere - si considerassero anche gli altri problemi. Se invece prevale il "desiderio" di andare avanti come prima, si evita di farlo. 
L'idea dell'auto elettrica, isolata da tutto "potrebbe non essere malaccio". (please, non commentate su questo; non è questo il nodo di questo post. ) . Ma, limitandosi ad un solo problema inerente l'auto elettrica, (in 5 secondi me ne vengono in mentre altri 5...) ad oggi non sappiamo come produrre energia elettrica senza produrre CO2. O meglio, certo che lo sappiamo, ma siamo in grado  di produrre per via "rinnovabile" solo il 40% dell'energia elettrica. Quindi possiamo caricare la nostra auto con pannelli solari, ma non riduciamo le emissioni di CO2, perché sottraiamo  l'energia elettrica dei nostri pannelli a consumi elettrici già esistenti.
O più semplicemente, da qualche mese la pubblicità dei detersivi non racconta più che sono ecologici in quanto poco inquinanti, ma racconta che fanno risparmiare energia elettrica ...

Una terza questione è il "Io ho fiducia nell'intelligenza umana che ha sempre trovato soluzioni"
E'  un punto che si ricollega al secondo. Le intelligenze (ce ne sono di vari tipi) secondo una definizione sono la "capacità di risolvere problemi".
Nel contesto attuale il problema non risiede tanto nelle capacità di risolvere problemi. Ci sono molteplici azioni idonee a ridurre (in tempi medio lunghi) il cambiamento climatico ed a contrastarne gli effetti. Molte sono note da anni. E certamente nei prossimi anni se ne ideeranno di nove.
Il nodo sta nei problemi che vengono posti. Se si pongono problemi fuorvianti o addirittura sbagliati le risposte potranno essere splendide, ma saranno inutili o dannose.

Attualmente larga parte della politica e dei portatori di interesse pongono la domanda "come facciamo ad andare avanti come prima?"
E' una domanda che vincola le possibili risposte, perché quelle accettate sono solo quelle orientate ad andare avanti come prima
Ciò che si può cambiare sono le abitudini delle persone: fare la doccia breve, recuperare l'acqua, non uscire nelle ore calde, far finire la bollitura della pasta 2 minuti prima, bere molto. ecc. ecc. Per intendersi sono tutte cose sacrosante, ma da sole irrilevanti.   
Insomma, si viene orientati ad aggirare i problemi, anziché risolverli. Ed aggirare i problemi corrisponde a furbizia, non intelligenza. E con la furbizia i problemi si accumulano e diventa via via più difficile risolverli.

La situazione attuale non è colpa di Meloni e di Salvini. C'è chi ha preparato il terreno per decenni. E Meloni e Salvini fanno quello che viene loro richiesto. 
Ma la questione ambientale non dipende da singole azioni, ha origini complesse e soluzioni complesse. 
E quindi, dal loro punto di vista, hanno ragione Meloni e Salvini. Il problema sono gli ecologisti che mettono in evidenza prima i problemi e poi l'inadeguatezza delle soluzioni proposte.

Carlo

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