Ricicliamo tutto il vetro da Trieste in giù

 


"Ricicliamo tutto il vetro da Trieste in giù, 
ma per farlo proprio bene puoi aiutarci tu. 
togli il tappo col vasetto non ci va 
e il sacchetto
con il vetro non ci sta. 
Se il riciclo è perfetto, 
il vetro rinascerà"




Da qualche settimana questo jingle ci insegue ovunque dalla radio. Non sono qui per fare il precisino o discutere sull'efficacia dello spot.
Ma la canzoncina ben rappresenta come funziona l'Italia.

Ora va bene (?) spingere per aumentare il riciclaggio del vetro.
Ma anche senza pretendere un "riciclo perfetto" si potrebbe organizzare un riciclaggio che separi il vetro per colore (bianco, verde, bruno) come avviene in Austria da più di 30 anni.
O, ancora meglio, si può introdurre il deposito cauzionale, come avviene in Germania da 20 anni e togliere i contenitori in vetro dalla raccolta differenziata riportando correttamente i costi sui produttori.

Questo significherebbe guardare avanti.
Qui invece riflettiamo sul perché stiamo fermi e quindi inevitabilmente scivoliamo indietro.

"togli il tappo col vasetto non ci va "
Carino, peccato che le regole varino da un consorzio all'altro. Basta passare da Grugliasco a Beinasco per verificare.
Invece chi fa una campagna nazionale, guarda come si fa a casa sua e rovescia la "regola" su tutto il Paese. Senza farsi domande.

In realtà c'è un altro problema a monte. Quello delle "regole" che variano a muzzo
E non è una questione di rifiuti. Vale per i calendari scolatici, vale per le regole di accesso ai servizi, vale per la struttura logica dei siti web istituzionali. Vale per tutto quello che vorrete aggiungere.

C'è una sottile differenza tra pensare ed organizzare le attività e improvvisarle. 
Tra il decidere razionalmente, auspicabilmente dopo aver consultato i soggetti interessati, e fare un collage di tante affermazioni scoordinate, per far contenti tutti lasciando enormi spazi per interessi inconfessabili. Magari spacciando il tutto per "democrazia".

Chi ha promosso questa campagna è un cretino. Come chi l'ha commissionata. Perché non si è posto alcuna domanda, salvo come somministrare "qualcosa di carino" agli italiani per far vedere che ci si muove.

In questa cultura si può proporre la TAV della Val di Susa o il Ponte sullo Stretto di Messina senza che (quasi) nessuno si ponga le domande giuste. Che ancor prima dell'amianto, dell'ambiente , dei terremoti, della mafia e della ndrangheta sono quelle che riguardano un approccio razionale.
Cosa ci serve?  Dove vogliamo andare? Abbiamo le cose che ci servono prima? 
Che so, prima di sberluccianti progetti sui trasporti, abbiamo treni locali, regionali, nazionali efficienti ed interconnessi con le reti di trasporto urbano? 
Oppure prima di un inceneritore, abbiamo attuato le politiche per ridurre i rifiuti, per massimizzare il riutilizzo? per avere materiali effettivamente riciclabili?

La risposta inevitabilmente è "Ma certo! Ci pensiamo dopo!"
Ed i cretini danno ragione
Calo
P.S.: li definisco cretini, non per offendere, ma perché non sono mai in grado di motivare razionalmente la loro approvazione a scelte nefaste.

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