la Politica nel guado tra bistecca alla fiorentina e carne sintetica


Nel guado tra bistecca alla fiorentina e carne sintetica
Il governo ha vietato la produzione di carne sintetica in Italia e c’è stato un immediato controcanto delle opposizioni, per dire la verità, più di centrosinistra che di sinistra.
Si vedono tante affermazioni e si leggono pochi contenuti, per cui mi paiono importanti alcune riflessioni.

Premetto che non sono vegetariano, anche se ho ridotto molto il consumo di carni, in particolare di carni rosse. E - in questo contesto - essendo un “diversamente giovane” ho qualche difficoltà ad aumentare del 30% l’assunzione di proteine, cosa più che opportuna per una “diversamente giovane”

Una seconda premessa è che il divieto del governo è un’idiozia per svariate ragioni; non ha senso tutelare il “Made in Italy” nel momento che l’Italia importa metà della carne che consumiamo. E - per inciso - la tutela del “made in Italy“ non è coerente con la motivazione dei “rischi per la salute”. Inoltre, nella pratica non sarà vietata l’importazione di carne sintetica. 
Insomma siamo di fronte all’ennesimo approccio sgangherato che questo governo ha offerto in soli 6 mesi. 

Ma le reazioni non sono da meno;
“La carne sintetica ha lo stesso sapore della carne di allevamento”
“La carne sintetica è più sana della carne di allevamento”
“Se la carne sintetica fa male lo scopriremo con l’uso”
“Intanto proviamola”
E via  asserendo…

Quasi tutte queste affermazioni, fatte guardando il proprio ombelico, possono ricevere una risposta scientifica.  Altre “Se la carne sintetica fa male lo scopriremo con l’uso” contribuiscono a dimenticare (e far dimenticare) le differenze di tutele che abbiamo in UE rispetto agli Stati Uniti.

Insomma anche in questo caso la reazione è inquadrabile nella “Sindrome di Paperino”; l’avversario dice una cosa? E io dico il contrario!
Si può sorridere, ma è un ottimo modo per farsi manipolare. E in questi anni la sindrome di Paperino ha portato il centrosinistra a farsi carico di temi impopolari e spesso nocivi/negativi (La sinistra si è limitata ad estinguersi)

Sul sapore non so, ma ho qualche dubbio, anche perché “c’è carne e carne…”
Sui possibili rischi sanitari non lo so, perché non ho studiato l’argomento. Non ho particolari motivi per crederlo, ma non posso, ad oggi, dare contributi utili. 

Credo che gli aspetti da considerare siano 5 

1) Il rischio di monopoli. E’ una questione molto seria. Con la carne sintetica si inseriscono con maggiore forza nella produzione alimentare i brevetti. In un contesto dove predomina l’ideologia liberista, sposata anche dal centro sinistra, possono esserci gravi rischi.
Credo che per la carne sintetica la questione si ponga in modo decisamente meno forte che per gli OGM, il cui vero problema ,, ricordiamocelo, è la proprietà delle sementi.

2) Il diritto al sapore. Alimentarsi non è solo rifornirsi di calorie, vitamine ed amminoacidi essenziali (per intendersi, quelli che l’organismo non è in grado di produrre). In somma alimentarsi non è come fare il pieno per la propria auto. 
Esiste il diritto al gusto, al piacere alimentare. E la politica deve impegnarsi a garantire questo diritto al maggior numero di persone possibile. In prospettiva c’è un rischio concreto di una alimentazione per ricchi ed una per tutti gli altri. Non oggi. Oggi la carne sintetica costa più del doppio della carne di allevamento. Ma in prospettiva le cose possono cambiare radicalmente; non vorrei un  mondo con carne sintetica a 20 euro/kg e una carne naturale a 200 euro/kg
Andare nella direzione giusta è compito della politica. Ma per andare nella direzione giusta, anche qui, serve al partecipazione. Occorre garantire un ragionevole diritto di scegliere cosa mangiare. 

3) La prospettiva di carenze alimentari. Sovra popolazione e mutamento climatico rendono concreta la prospettiva di carenze alimentari anche in Paesi che una volta erano ricchi.

4) L’impatto ambientale e climatico. E’ assolutamente evidente che gli allevamenti intensivi (bovini, suini, pollane, ecc.) non siano sostenibili. Per il consumo di acqua (si pensi al mais coltivato prevalentemente per alimentare animali di allevamento e che “costa” 7 - 8 mila metri cubi di acqua ad ettaro), per le emissioni di gas climalteranti, per i danni da fertilizzanti sintetici. E, se volete, per l’uso di antibiotici e relativa induzione di antibioticoresistenza.
Se mi pare credibile un minore impatto della carne sintetica, alcuni dati 
Che la produzione di carne sintetica un minore impatto ambientale è realistico. Alcune affermazioni sulla riduzione dei consumi di terra e di energia mi paiono propagandistici. Ma è un ottimo tema da approfondire 

5) Aspetti etici. Gli allevamenti sono crudeli e la macellazione industriale è particolarmente crudele. Mi ricordo un allevatore che voleva prescrizioni di benzodiazepine per darle alle scrofe perché non sbranassero i maialini appena nati. E un macello dove ogni 15 secondi un maiale viene giugulato e trasformato in mezzena dovrebbe turbarci tutti.  
Gli allevamenti intensivi vanno ridotti ed eliminati. Piaccia o no. Ma continueranno ad esistere allevamenti tradizionali.
Anche qui, c’è una questione di diritto di scegliere e di garantire a tutti le medesime opportunità.

Insomma, ci sarebbero ampi spazi per una discussione con basi scientifiche in cui la politica potrebbe riprendere quelle che erano le sue funzioni
Carlo 

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