Torino. Il 1° maggio deve essere di tutti


Il 1° maggio non è la "Festa del lavoro". Semmai è la "Festa dei lavoratori"
Ma da anni, le numerose frange del precariato ricordano che per loro "Il 1° maggio non è una festa. E' una giornata di lotta".  

Così, chi come me alla fin fine è un bel privilegiato,  va al 1° maggio così, con leggerezza. Incontra qualche amico ed è contento anche se si sono scambiate solo due parole.
Poi, fa un giro, su, in piazza San Carlo. 
Deserta. 
Parlano il Monsignore e gioventù cattolica. Insomma, quelli che dicono "cose di sinistra" che non è bene siano dette in faccia a chi ha ruoli istituzionali.

E poi, un giretto e poi su, contro corrente, per via Roma.
Da piazza San Carlo parte anche un gruppetto di celerini; chi non l'ha indossato, mette il casco e se lo stringe sotto il mento. Insomma, la solita coreografia drammatizzante, penso.....

Dopo un po', più avanti, si sente casino.
Un triplice cordone di celerini blocca via Roma. Più oltre, i "No TAV" e lo "spezzone sociale".
È successo qualcosa?
No. E allora perché bloccano il corteo? 
Boh... Il solito rito dell'ultimo decennio. E non solo.
Urla, slogan. In realtà la tensione non è elevata.

Poi parte una carica della polizia. Spingono con gli scudi ed agitano i manganelli. E - come prevedibile - cade qualcuno. A questo punto le manganellate iniziano a colpire sistematicamente. Le manganellate non sono sincrone; si può stimare che la fila somministri una decina di manganellate al secondo.
Dopo un po' la carica finisce. Alcuni graduati si mettono in mezzo. E gesticolano per calmare i celerini.
Forse la carica è stata anche breve, ma a chi guardava è parsa lunga.
Ma cosa giustifica il blocco del corteo?
E cosa giustifica la carica?
Nulla. Un'aggressione a sangue freddo.

Poi una seconda carica. Identica a quella precedente. La carica cessa quando, di nuovo, si intromettono dei graduati per calmare i picchiatori eccitati. Ma dove erano finiti? Non potevano stare lì a garantire la calma? Boh ...
Un pozzangherone di sangue e un po' di altro sangue in giro forse sono della prima carica.

Poi c'è una terza carica. Poi una quarta.
Le storie sono sempre identiche.

Ora, magari qualcuno si irriterà e si scaglierà contro questa cronaca. 
Mi dispiace. Per questi qualcuno.
La storia è questa. È quello che ho visto con i miei occhi.

In un normale Paese occidentale, i responsabili pagherebbero. O per incapacità o per responsabilità.
Ed un sindaco chiederebbe conto ai responsabili delle forze dell'ordine.
Speriamo che succeda. Non ci credete? Eppure prima o poi succederà.
Il rischio, invece, è che sedicenti forze democratiche o di sinistra stiano zitte. Salvo appellarsi a valori dell'antifascismo in occasione delle prossime elezioni. Quando avranno paura della destra.
L'antifascismo - ricordiamocelo - invece si fa con la buona politica di tutti i giorni. E con la coerenza.

L'ANSA non parla di scontri. Parla di cariche. E di un numero di poliziotti feriti doppio rispetto a quello avuto tra i dimostranti. Poliziotti feriti? Sicuramente non lì.
Per vedere il bicchiere mezzo pieno, da nessuna parte sono citate azioni aggressive dei manifestanti. La causa delle cariche è stata "impedire che i manifestanti (non allineati) raggiungessero Piazza San Carlo". Insomma, chi vuole capire, capisce.
Con la spinta ad entrare in guerra e le condizioni sociali che stanno precipitando, dobbiamo interrogarci. E' questa la via scelta per affrontare la sofferenza sociale? 
La ministra Lamorgese potrebbe rassicurarci. E magari intervenire sull'accaduto.
E sarebbe bene che tanti "benpensanti di sinistra" provassero a capire. Anche se è doloroso, E cessassero di cullarsi in versioni  consolatorie che sono destinate a portarci nel baratro. 
Carlo

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