Le emergenze tra le divisioni di Putin e le divisioni prodotte dal Governo Draghi

OK, siamo a due anni e due mesi di pandemia e due mesi di guerra. E mi sembrano necessarie  alcune riflessioni.
La pandemia, è costata la vita di centinaia di migliaia di persone; in modo diretto ed indiretto (per favore, non parliamo di "morti per" e "morti con". Perché? Questo blog lo ha già spiegato un paio di anni fa). I dati attuali descrivono una mortalità correlata al Covid ben superiore ai "casi contati".  E le persone con conseguenze rilevanti sulla salute sono ancora di più.
E questo ce lo siamo detti tante volte.
Ma oltre alla pandemia c'è stata l' "emergenza pandemica". E l'emergenza c'è stata sul serio nei primi 3 mesi. Dopo no. C'era la pandemia.
Un'emergenza, per definizione, è un fatto nuovo e grave. Dopo un po', non è più nuovo ed occorre affrontarla con misure nuove, magari impegnative, ma che debbono essere calate nella realtà della vita di tutti i giorni. Perché le persone e le loro esigenze sono complesse e non possono conformarsi su regole rigide per lungo tempo.
Ma, dopo il "periodo di dittatura" di Giuseppe Conte, che governava con dei DPCM che aveva la sfacciataggine di presentare di persona in TV, è arrivato il Rinascimento italiano con "Draghi ed i migliori".
Le misure proposte / imposte dal governo sono diventate via via più arzigogolate ed hanno perso il contatto con le conoscenze scientifiche. Draghi che vuole il bene di noi tutti, non ha quasi mai speso una parola. Ma non dobbiamo disturbarlo, perché, come noto, lavora per il nostro bene.

E' dal 2020 che ripeto che l'unico modo per conseguire risultati è la corretta informazione. L'informazione che permette a tutti di capire i fatti fondamentali. Certo, comporta qualche rischio, e parecchia fatica,  ma è necessaria se si vuole andare lontano.
Questo valeva per i numeri della pandemia. E vale ancora oggi, perché i numeri, soprattutto quelli dei morti, paiono effettivamente contare qualcosa di diverso rispetto a quanto accaduto nei primi 12 mesi. Sbaglio? Forse. Ma sarebbe facile chiarire. Ed aiutare anche tanti colleghi che hanno questa stessa impressione.
Valeva sui vaccini. Un esempio? Astrazeneca. Che ci fossero dei problemi era evidente nella ultima decade di marzo 2021. Io l'ho scritto allora. Molti (mi) spiegavano che era tutto un complotto perché AstraZeneca costava meno. Come facevo a dire che c'erano problemi seri? Sono andato a leggere i dati tedeschi.  Era così difficile? No. 
Invece tutti a disquisire sul rapporto rischi / benefici, quando invece si doveva applucare un altro principio: ad ogni paziente si deve dare la terapia più idonea. Vale anche per le persone e le vaccinazioni.
In realtà non si è trattato di un bla-bla inconcludente.  L' "informazione" ha progressivamente  spinto le persone a "fidarsi ed affidarsi"
E questo è stato altrettanto vero sull'uso del Green Pass dopo le geniali trovate di Macron a metà luglio 2021. Su tutti i fronti sono stati sprecati slogan sempre più aggressivi. Ma si è perso ogni rapporto con le conoscenze scientifiche. Cosi a novembre Draghi ha sparso ottimismo riducendo le misure di protezione nei ristoranti ed in altri locali di svago, con il risultato di affondare le attività nel periodo natalizio.
Perché alla fine la realtà ha il sopravvento, anche quando non ci piace. Possiamo negarla, possiamo far finta di niente. Ma peggioriamo solo la situazione.

Oggi l' "Emergenza pandemica" non si sa bene dove sia finita. Ma rischiamo quotidianamente di pagare gravi prezzi, perché si continua a recitare l'emergenza pandemica. Ma questo è un altro post.

In cambio siamo presi dal "Emergenza guerra". Che è una cosa molto seria. Ma anche qui la parola d'ordine è "fidarsi ed affidarsi".
Assistiamo alla cancellazione di ogni dubbio. Chi riflette è un putiniano. E chi attacca i "putiniani" lo fa usando slogan suggeriti quotidianamente dai media.
Oggi non mi dilungo. Chi vuole può rileggersi l'evoluzione delle notizie di questi 70 giorni. E farsi un'idea.

Quello che mi preoccupa è la cancellazione anche dell'ipotesi di un confronto. Si partecipa e si ascolta da schierati. Ed essere schierati è cosa ben diversa dal sentirsi dalla parte di qualcuno.
Chi si schiera combatte. O, nel migliore dei casi, tifa. Si è interessati a vincere, non a capire. Si vogliono solo conferme della propria idea. Insomma quello che ha insegnato Berlusconi nel 1994 con la sua "discesa in campo".

Oggi la politica non è interessata al confronto, ma non è sempre stato così.
Ricordo bene, Diego Novelli, Sindaco di Torino, che nel febbraio 1977 passò un sabato pomeriggio in dei locali occupati da un "circolo del proletariato giovanile" a discutere, ascoltare, controbattere, capire, far capire, ridiscutere.
Ognuno di voi la può pensare come vuole sul Mondo, su Diego Novelli, o sui fatti remoti o attuali.
Certo è che per me è stata la migliore lezione di come un amministratore possa esercitare il suo ruolo politico.
Ma si direbbe che non è più di moda.  A Grugliasco abbiamo avuto un amministratore che è stato presente  a quel pomeriggio, ma ha dimorastrato di non avere appreso nulla. Anzi.
Io sono nessuno e non proverò mai ad emulare nessuno. Ma continuerò a dialogare con chi la pensa in modo diversissimo da me. Che sia sulla guerra, che sia sui vaccini.
Oggi è più importante che mai lavorare per ricucire, anche se tutti provano con fervore a dividere.  
Alle prossime elezioni amministrative, votate per chi volete, ma votate per chi secondo voi ricuce, per chi ascolta, per chi include. 
Perché le divisioni, servono a portarci altrove a nostra insaputa.
Carlo

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