Schieratevi ora. Senza ritardo. O state con i Governi, o state con i Popoli.

E' giunta l'ora di schierarsi. Non nascondetevi dietro ragionamenti fini. Non fate gli intellettuali. Decidete. 
O state dalla parte dei Governi, o state dalla parte dei Popoli!
E' facile partecipare ai cori che enumerano le ragioni di una parte (o dell'altra) ed i torti dell'altra parte (o della prima). Ma altri sono sicuramente più bravi, più appassionati di me.
Ma la questione non è la condanna dell'aggressione al popolo ucraino. Che è ovvia. Il cuore non può che battere per il popolo ucraino. Come sarebbe stata ovvia la solidarietà al popolo russo se fosse stato aggredito. 
Ma non confondiamo la condanna dell'aggressione al popolo ucraino con la condanna della guerra. C'è chi non condanna la guerra.
E molti - anche tra gli amici - sono stati travolti da una campagna mediatica che punta sulle emozioni per cancellare i ragionamenti. E ripetono acriticamente slogan bellici.
Ovviamente - in prima fila - troviamo Salvini e Meloni con i loro partiti. Si, proprio quelli che "scambio 2 Mattarella per mezzo Putin" e via dicendo. Ed oggi, senza pudore, fanno finta di niente. Anzi, chiedono a tutti di sostenere qualsiasi iniziativa del nostro Governo. Qualsiasi

Eppure, quando esaltano l'eroica straordinaria residenza del popolo ucraino, come facciamo a restare indifferenti? Giusto? E chissà cosa farebbe ciascuno di noi se fosse in Ucraina ...
Ma per nostra fortuna siamo in Italia. Ed abbiamo ancora le condizioni per poter pensare....
E, mi dispiace per chi se ne irrita, io voglio pensare. Anche pubblicamente.
 
Il 15 febbraio, meno di 10 giorni prima dell'inizio della guerra, un articolo di Federico La Mattina ha  regalato una serie di interessanti osservazioni, rifacendosi anche a affermazioni dell'ex ambasciatore a Mosca, Sergio Romano.
Ha ricordato che "La strategia sovietica fin dall'inizio della Guerra Fredda è stata quella di interporre più spazio possibile tra Mosca e i potenziali invasori da occidente (la Russia sia zarista che sovietica è stata più volte aggredita da ovest). Rientra in questo piano la strategia di neutralizzazione della Germania portata avanti da Stalin (poi diventata spartizione), così come la creazione degli stati cuscinetto delle 'democrazie popolari' ”
Ed anche che  "Gorbachev inizialmente ha chiesto una promessa informale sul non allargamento della Nato ad Est, totalmente disattesa. Putin negli anni duemila ha provato nuovamente a trattare con l’Occidente, cercando finanche di integrare la Russia nelle organizzazioni occidentali: non solo non è stato ascoltato ma gli Usa hanno risposto con un ulteriore allargamento della Nato e con la guerra in Iraq, agendo da unico attore globale con percezione unipolare."
E adesso " siamo arrivati al capolinea: gli unici Stati che fungono da “barriera” tra Nato e Russia sono Ucraina e Bielorussia. Se gli statunitensi costruissero basi militari al confine russo-ucraino e magari in futuro anche al confine bielorusso, la Russia si troverebbe ad avere la prima linea di difesa a poche centinaia di chilometri di distanza dal cuore della Russia"

Non si tratta di stabilire se la Russia, se Putin, abbia ragione. Ma dovrebbe valere un principio; "comprendere la Russia non significa essere “filorussi"

Poi, il 1° marzo Monsignor Luigi Bettazzi, si è chiesto "Che senso ha oggi la NATO?", ricordando che "Putin è imperdonabile, ma un po' lo siamo anche noi"

L'articolo 11 dell nostra Costituzione dice:
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Calmi.Non affannatevi; sappiamo bene che c'è una folla di "esperti" che spiega che "bisogna interpretare", che la risoluzione delle controversie internazionali bla, bla, bla....  Quindi non sentitevi in dovere di ripeterlo anche voi.
E non affannatevi con l'affermazione prêt-à-porter  "I partigiani hanno potuto combattere grazie alle armi ricevute dagli americani". Cosa vera, dalla primavera del 1944, ma non direttamente pertinente. Detto così è solo uno slogan che serve a saltare passaggi logici ed etici.

E si può anche condividere Gad Lerner quando dice: "...  ho sempre pensato che l’ideale pacifista debba contemplare quelle circostanze storiche eccezionali nelle quali un popolo non ha altra scelta che difendere con le armi la propria libertà e la propria dignità. ..." E' vero. per il popolo in questione. 
Ma noi che siamo fuori, dobbiamo pensare e non contribuire a gettare benzina sul fuoco facendo finta di niente.
Perché siamo fuori dalla contesa "per ora". E rilevare che portare armi è un problema, non è puro egoismo. E' anche interesse del popolo ucraino.
La foto dei 4 ragazzi 18enni (foto BBC) si apprestano a combattere, dopo che avranno fatto 3 giorni di addestramento dovrebbe dirci tutto da sola.
La "gloria dell'Ucraina", l' "eroica resistenza del popolo" ecc. vanno bene per esaltare ed esaltarsi. 
Non so cosa farei se fossi un ucraino. 
Ma sono un italiano. 
E credo che in tutte le scelte, si debba pensare al popolo ucraino. Non alla geopolitica.
Perché, anche in Italia, stanno preparando il fonte interno.  E non è una bella cosa.
Carlo 

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