Epidemia: informazioni, dati sbagliati e telepredicatori


Si leggono molte considerazioni in rete, su "tutti i fronti". e da due giorni si legge molto sui "dati sbagliati" e sulla "necessità di ridurre l'informazione".
Ed è sempre più citato Bassetti, che per la sua onnipresenza a molti pare quasi di/vino.
Provo a mettere giù una serie di considerazioni ....

Che i "No vax" non esistano è vero. Sono una categoria della politica. O meglio esistono, ma sono una sparuta minoranza rumorosa. Ma parlare di "No Vax" fa comodo a tutti gli schieramenti. E per inciso, ricordiamoci che non esistono neppure i "Pro Vax".

A marzo e aprile ci abbiamo provato a farlo capire, anche perché sarebbe (stato) il modo migliore per aiutare le persone a vaccinarsi.
Con un'informazione comprensibile, non elusiva, trasparente, orientata alle persone.
Si fa fatica a credere che quelli alla regia siano tutti stupidi e si deve quindi credere che sia una scelta.

È ancora più vero che questo governo non sta rinforzando il SSN. Con tutti "i se ed i ma" che si possono mettere a causa del ruolo delle Regioni, i segni sono quelli di uno smantellamento.

Occorrono anche puntualizzazioni su altro...
Bassetti, è sicuramente un buon clinico, ma non è una fonte ufficiale.

Bassetti interviene sempre per bruciare gli altri sul tempo. Da questo punto di vista si comporta più da personaggio mediatico che da scienziato.

Bassetti dimostra anche di non conoscere la "sanità pubblica" (per evitare equivoci, intendo la "medicina di comunità", la "prevenzione"). Peraltro non è la sua professione.
In questo campo (ma non solo) non si procede per "scoop" , ma si procede sulla base di conoscenze sufficientemente consolidate, per poterne valutare le conseguenze (positive o negative).

Bassetti, in senso stretto, non dice che i numeri dei ricoveri e dei decessi sono falsi. Dice che ritiene che debbano essere raccolti differentemente.

Bassetti, se lo prendessimo alla lettera, dimostrerebbe di non conoscere i criteri di rilevazione e compilazione e delle "schede ISTAT di morte". Ma sono certo che li conosca. Quindi non si devono forzare le sue dichiarazioni.
Anche perché ci sarebbero reati. Ed un incaricato di pubblico servizio, quale lui è, non può limitarsi a raccontarlo in TV. Deve presentare una denuncia.

Sui morti comunque classificati come "da covid" anche se in realtà morti per altra causa, occorre dire:

=> Che i criteri per i flussi informativi correnti, non nascono con questa pandemia. All'inizio la Germania ha provato a barare, per "esigenze politiche", poi ha dovuto fare precipitosamente marcia indietro.

=> Che la Storia dei "morti per" e "morti con" era una di quelle cose intriganti, che attecchiva facilmente, perché a dirlo ci si sentiva intelligenti. Ma era priva di fondamento e falsificava la situazione.
L'eccesso di 100mila decessi nel 2020 spiega bene le cose.

=> A parte i dati immediati, può interessare sapere che la mortalità è sottoposta ad indagini differenti. Necessariamente non immediati. Sono gli studi che ci aiutano a capire l'epidemia.

=> Vengono tra l'altro valutati gli effetti non immediati sulla mortalità. Se i decessi riguardano persone molto fragili, con una speranza di vita molto breve, poco dopo si osserva una riduzione della mortalità, che compensa i decessi avvenuti "in anticipo".
Per intendersi, è quello che succede con le ondate di calore.
I dati 2020 ci dicono che in realtà si è persa una quota di "speranza di vita" non irrilevante. I dati di mortalità del 2021 inizieranno a risentire di questo fattore.

=> Esiste sicuramente un problema dell'uso politico dei dati. Ma se lo vogliamo contrastare, dobbiamo mantenere la mente fredda. Altrimenti ci portano dove vogliono.

=> Oggi porre la questione di cosa e come si debba rilevare per descrivere l'andamento dell'epidemia è all'ordine del giorno. Non perché i dati siano falsi, ma perché non sono sufficientemente descrittivi. E mi risulta che ci sia chi se ne occupa.

Questa partita di mescola pericolosamente con gli inviti (mi pare ci sia lo stesso Bassetti) a ridurre l'informazione.
Insomma, si direbbe quasi che hanno scelto di lasciare andare alla deriva l'informazione,  che con frequenza oscilla tra il demenziale ed il  delirante, per esasperare tutti.

E poi ci dicono, o meglio decidono (perché Draghi è uno che può decidere)   che "occorre ridurla"
Ho poche certezze, ma una è che non serve meno informazione, serve un'informazione migliore.
Carlo

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