Vaccinazioni: L'efficacia delle campagne vaccinali tra obblighi e informazione.

In oltre 16 mesi siamo stati sommersi da misure di prevenzione "somministrate" con un approccio parternalistico che dimentica buone pratiche, efficacia e democrazia. 
Può quindi essere utile riflettere facendo un salto indietro nel tempo e ricordando alcune cose ... 

L'obbligo vaccinale  per il  vaiolo  risale  al 1888 ed è stato sospeso nel 1977  ed abrogato  nel 1981 a seguito dell'eradicazione della malattia.
Per la difterite la vaccinazione è diventata obbligatoria nel 1939, per la poliomielite nel 1966 e per il tetano nel 1968.
Poi nel 1991 è stato introdotto l'obbligo di vaccinazione antiepatite B.

Nel 2017 a seguito del calo delle coperture vaccinale, sono state rese obbligatorie le vaccinazioni anti-pertosseanti-Haemophilus influenzae tipo banti‐morbillo,  anti-rosoliaanti-parotite ed anti‐varicella.
Sono somministrati come vaccino esavalente (anti-difterite, anti-polio, anti-tetano e anti-epatite B, anti-pertosse e anti-epatite B e vaccino quadrivalente (anti-morbillo, anti-parotite, anti-rosolia e anti-varicella) o eventualmente trivalente (senza anti-varicella)

Ora,
la salute dei cittadini dovrebbe essere uno dei temi di maggiore interesse per la "Politica".
e la "Prevenzione" intesa come l'insieme delle attività finalizzate a ridurre le esposizioni a rischio delle persone è un ambito in cui le competenze tecnico scientifiche si devono confrontare con la società e quindi con la "politica".
  • Vale per i rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro.
  • Vale per i rischi ambientali per la salute.
  • Vale per la sicurezza stradale.
  • E vale anche per la prevenzione delle malattie infettive.
  • E vale anche, sia pure con una maggiore distanza, per la prevenzione delle malattie cronico degenerative (diabete, dislipidemie, obesità, malattie cardiocircolatorie, .. alcuni tumori) dove non servono solo "attività fighette" e "politicamente corrette" come mangiare sano, andare in palestra e passare tempo libero all'aria aperta, ma servono quartieri, negozi, servizi, spazi distanze, tempiche permettano a tutti di vivere in modo sano nel loro quartiere
Quindi essere contenti perché la "Politica" si interessa alla prevenzione, dipende da come come la "politica" si interessa alla prevenzione. ....

La "Politica" dovrebbe porsi obiettivi alti, quali la prevenzione delle malattie infettive in questione. Ed invece non distingue tra problemi e soluzioni, dimenticando di farsi domande.
Per esempio, dovrebbe chiedersi "perché si sono ridotte le coperture vaccinali?"

Se ricordiamo la propaganda dei media, c'era una riduzione della copertura vaccinale perché "Le mamme non vogliono vaccinare i figli perché c'è la propaganda No-Vax" 
Che 5 o 10 anni fa esistessero i No-Vax è vero. Ma esistevano anche 40 anni fa. Vi siete mai chiesti quanto vi capitava di imbattervi nella propaganda No-Vax? 
Se ci pensate, quando i media si scatenavano contro i No-Vax, ne  amplificavano la presenza (e la propaganda), ma in altri periodi, era estremamente difficile imbattersi nel "verbo" dei No-Vax.

Insomma, attribuire ai No-Vax la riduzione dei tassi vaccinali è una scelta comoda, perché consente di trovare un colpevole. E nello stesso tempo il colpevole è ben lieto di prendersi il merito.
La causa (o almeno una delle cause), invece, è da ricercare nell'indebolimento dei Servizi Pubblici di Prevenzione
La crisi economica dal 2008 ha portato ad una riduzione quantitativa delle risorse per tutti gli ambiti della Prevenzione. Ma già da prima si assisteva ad un decadimento culturale delle prevenzione a seguito della aziendalizzazione del SSN: la prevenzione non produce prestazioni da vendere ... 
Non solo, molti Servizi di prevenzione sono diventati il porto in cui sistemare operatori (medici o altro personale) non più collocabili in altre strutture. 
Ed ovviamente è stata abbandonata ogni seria formazione, perché mancavano i fondi, perché era impegnativo organizzarla, perché era difficile inserirla nei sistemi di ECM. E perché a chi poneva il problema, era fatto capire che non era il caso di disturbare il manovratore.

Qualcuno dirà "Sei sempre lì a rompere! In fin dei conti è stato raggiunto il risultato e si sono risparmiate risorse."   Ora ognuno può verificare quanto siano stati raggiunti i risultati. Ma non è questo il punto. La scelta dell'obbligo non fa i conti con i risultati a medio e lungo termine.

Da sempre sono esistite persone non convinte di vaccinarsi o contrarie ai vaccini. La funzione dei Servizi Pubblici non era tanto quella di "fare" le vaccinazioni, quanto quella di aumentare l'adesione al vaccino. Si faceva ed i risultati si vedevano.
Con l'obbligo, anche considerato l'ampio numero di vaccini obbligatori, è evidente che insorgano dubbi e resistenze. Per evitarlo occorre spiegare.
Invece, cosi, da un lato abbiamo i "No-Vax" (parlo dei no-vax, non di chi semplicemente è contrario perché ha paura, ha dei dubbi. Ha bisogno di capire meglio) impermeabili a ogni evidenza scientifica, perché il loro approccio è puramente fidiestico.
Dall'altro lato abbiamo chi si fa vaccinare. Ed ha queste persone è chiesto di fidarsi. La mia esperienza di questi mesi è chele persone  gradiscono, cercano, desiderano informazioni. Per capire. Ma quasi sempre le informazioni vengono negate. Non con un diniego. Ma con risposte vuoteo evasive. 
Insomma, le scelte delle Politica hanno trasformato anche il vaccinarsi in un atto di fede
Tanto che molti orgogliosamente dicono "Io mi fido della Scienza!" senza rendersi conto quanto sia in contraddizione la fiducia con il metodo scientifico.

Quando si tratta di salute tutti hanno diritto di ricevere informazioni corrette, adeguate, fornite in modo comprensibile per poter fare le proprie scelte.
Così si aumenta il consenso e, nel caso specifico, si aumentano i tassi vaccinali.
Ma soprattutto, ricordiamoci che nel campo della salute, permettere a tutti di fare scelte informate, si chiama democrazia
Carlo

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