Silvio "Contro" Viale


Ovvero "l'inquinamento è mio e me lo gestisco io!"
Premetto, Silvio Viale, quando a fine anni '70 inizio anni '80 fu rappresentate della lista di sinistra degli studenti alla facoltà di medicina e chirurgia di Torino, pur incidendo poco (ma forse non era colpa sua...) si comportò dignitosamente. 
E credo che anche professionalmente abbia dato importanti contributi, ma su questo non mi esprimo, perché non ne ho conoscenza diretta.
Se però considero i suoi interventi pubblici sull'inquinamento ambientale e sugli effetti sulla salute, resto interdetto.
L'ultima (penultima?) sparata è "Scusatemi chi mi sa indicare chi sono i 1.000 morti da inquinamento a Torino perché io non li so distinguere" (!).
Ora, è vero che i medici al giorno d'oggi si dedicano ad ambiti (iper)specialistici e di solito non hanno conoscenze altri ambiti specialistici.
Ma gli studenti di medicina al 5° anno imparano che le malattie da causa ambientale non sono clinicamente differenti dagli altri casi di malattia non causati dall'ambiente. 
Quando si parla di malattie da lavoro, la situazione è un po' differente, e ci sono malattie di natura (quasi) esclusivamente professionale. Ma anche questo sta cambiando.
Gli studenti del 5° anno a medicina sanno che ci sono pochissime neoplasie con un'alta frazione eziologica professionale. Tralasciando quadri storici (il carcinoma dello scroto negli spazzacamini), si tratta dei mesoteliomi maligni (amianti), dei tumori dei seni paranasali (polveri di legno e cuoio, oltre alcune altre particelle) ed angiosarcomi epatici (cloruro di vinile monomero).
Le alte neoplasie possono avere frazioni lavorative o ambientali determinate dalle caratteristiche del territorio in cui vive la popolazione. Ma si tratta sempre di malattie a bassa frazione eziololgica lavorativa
In campo ambientale, con la tragica eccezione di Casale Monferrato, le cose sono più difficili. Anche in casi come Taranto.... 
E se oggi sappiamo che inquinamento ambientale non vuol dire solo tumori ma anche, per esempio, patologie dell'apparato cardiocircolatorio, ci rendiamo conto, che bisognerebbe essere un po' più prudenti. O quantomeno avere un po' di pudore, perché si parla di persone.
Allora sorge spontanea la domanda: "Ma se Silvio Viale ha le conoscenze di base, se non altro per capire che la materia è complessa, perché  fa queste sparate?". Sì, perché ha una produzione continua.
Probabilmente la risposta è semplice: Silvio Viale fu tanti anni fa, se non un ecologista, un "verde". Come capita a molti, pur non essendosi più (?) dedicato a queste tematiche, sente di avere un diritto, un "Jus primae noctis". E se qualcuno (inevitabilmente), parla di un tema ambientale prima di lui, lui sclera.

Ma torniamo al tema di interesse.
Come si fa a dire quanti sono i morti da inquinamento (atmosferico) in una città.
In primo luogo bisogna distinguere:
Fattori ambientali possono determinare un anticipazione dei decessi. Picchi di inquinamento provocano un aumento dei ricoveri ospedalieri e  delle morti. Il fenomeno riguarda (come per le ondate di calore) persone malate. Ed è seguito da una deflessione della curva di mortalità.
Ma quello che ci interessa di più - con un po' di cinismo - sono le morti indotte da inquinamento ambientale.


Le domande di Silvio Viale sono malposte. Non sono buone domande ed ovviamente ad una pessima domanda non può seguire una buona risposta.
Perché, come abbiamo imparato a scuola, per fare una buona domanda, bisogna avere studiato almeno un po'!
Negli ultimi 2 decenni del secolo scorso sono state condotte indagini ambientali e sanitarie che hanno permesso di descrivere la curva di aumento della mortalità in rapporto all'aumentare dell'inquinamento ambientale. Materia ampia e complessa di cui io mi occupo solo per diletto ed un po' per necessità. Chi vuole iniziare a farsi un'idea può cominciare dal 
Rapporto OMS  e poi cercare anche bibliografia specialistica.
Un altro rapporto Air quality in Europe ci può dare qualche informazione complementare.
Ma le basi restano epidemiologiche e non statistiche come dice qualche medico con le idee un po' confuse. Oggi, poi, ci sono anche molti studi che indagano i "meccanismi" biologici mediante i quali gli inquinanti causano patologie e decessi.

Ora Donald Trump nega l'effetto serra ed i mutamenti climatici per buone ragioni. Deve rispettare promesse elettorali e far riaprire le miniere di carbone 
Silvio Viale, nel suo piccolopiccolo nega gli effetti dell'inquinamento sulla salute umana. Non esistono nobili ragioni per questo comportamento. Vuole semplicemente essere "Contro" a prescindere. Per stupire. Per irritare. 
Lascia però perplesso che avendo alle spalle un lungo curriculum di amministratore locale non abbia coscienza che ogni scelta amministrativa ha della ricadute sulla salute. Talvolta volute, positive, frequentemente negative e non considerate, 
O invece, l'irritazione è tutta sua perché né è ben cosciente?
Carlo

P.S.: non è mio mestiere costruire dossier documentari e metterli a disposizione del primo che passa. Ho messo 2 link tanto per cominciare. (non ho più trovato in rete alcune cose interessanti, ma se le recupero le pubblico....). Ma giusto così per giocare metto alcune voci bibliografiche, ma se ne reperiscono con facilità centinaia (in italiano)

WHO International Agency for Research on Cancer. Outdoor air pollution a leading environmental cause of cancer deaths. Lyon, France: IARC; 2013.
Raaschou-Nielsen O. Air pollution and lung cancer incidence in 17 European cohorts: prospective analyses from the European Study of Cohorts for Air Pollution Effect (ESCAPE). Lancet oncology. 2013 August; 14(9: 813-22).
Sarno G. et al. Inquinamento atmosferico e salute umana. Epidemiologia & Prevenzione. 2013; 37 (4-5)(suppl 2:1-86).
Alessandrini E. et al. Inquinamento atmosferico e mortalità in venticinque città italiane: risultati del progetto EpiAir2. Epidemiologia & Prevenzione. 2013; 37 (4- 5)(220-9).

Istituto Superiore di Sanità. La mortalità in Italia nell'anno 2010. Rapporti ISTISAN 13/10. Roma; 2013.

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