Ieri, su Radio
Rai, ho ascoltato una trasmissione dove si parlava di vaccini.
L'intervistatrice poneva domande sui vaccini con tono che sottolineava
l'ovvietà della risposta attesa e l'esperto rispondeva a tono. Si aveva una spiacevole
sensazione di understeatmeant e mi sono più volte
chiesto dove è andata a finire la cultura della prevenzione e la relativa capacità di comunicazione.
Premesso che
occorrerebbe parlare di ogni singolo vaccino, se non altro per comunicare
correttamente e premesso che negli ultimi decenni la tecnologia dei vaccini ha
fatto grandi passi avanti (e che io sulla materia sono sicuramente un po'
obsoleto), occorre dire alcune cose:
I vaccini
hanno effetti collaterali? Si, sicuramente, talvolta anche importanti.
I vaccini
danno benefici? Si,
sicuramente.
Il
tema delle vaccinazioni coinvolge molti aspetti tra cui la visione della vita, della salute ed i conseguenti stili di vita.
Ma
coinvolge anche la fiducia nelle istituzioni. E l'incapacità o l'impossibilità, di
comunicare correttamente alcune scelte, ha conseguenze drammatiche.
Non si può pensare che episodi come - ministro Ferruccio
Fazio - l'acquisto di 24 milioni di dosi
contro il virus H1N1 al prezzo di 184 milioni di euro, con meno
di 1 milione di dosi inoculate non lascino traccia.
Trattandosi di materie (altamente) specialistiche, gran parte
delle persone non ha strumenti per capire a fondo. Ed ha bisogno di esperti di
fiducia.
Ma in un contesto con:
- scandali
con spese sanitarie "allegre", a favore di grandi gruppi industriali,
di cui dopo un po' non si sa nulla;
- episodi
di malasanità trattasti superficialmente, confondendo situazioni gravi con casi
inesistenti,
è difficile trovare
interlocutori di cui fidarsi. Soprattutto quando gli "esperti"
parlano senza ascoltare e senza saper rispondere alle domande inespresse delle persone.
Si è giunti così alla scelta della Fnomceo
(Federazione degli Ordini dei Medici) di sanzionare i
medici "obiettori". Come al solito nelle notizie c'è anche tanto
folclore giornalistico, ma credo sia un fatto grave. Grave non
perché accanto a riflessioni serie, non ci siano ciarlatani
pericolosi. Grave perché si pensa di affrontare la questione con il
"pugno di ferro", invece
che affrontare le cause del problema.
Se la "Politica" per caso tornasse in Italia,
probabilmente deciderebbe che una prime cose da discutere di nuovo, lungamente,
diffusamente (ed in ogni luogo, come si diceva una volta) è la salute degli
italiani con le relative scelte di politica sanitaria (ed ovviamente di
prevenzione). E bisognerebbe discutere su come spendere i soldi per la sanità
(circa 1.900 euro a testa all'anno). Si potrebbe capire se questi soldi sono
sufficienti, o se ne servono di più. Ma ancor prima, si capirebbe come i soldi
sono spesi.
Tutto questo servirebbe, anche, a dare trasparenza ed a dare
fiducia nel SSN.
Ma tornando ai vaccini, per
chiudere:
Il beneficio è dato dalla riduzione dei casi di malattia (o,
se preferite) dalla riduzione dei casi di malattia gravi e/o con complicanze
gravi. Il danno è dato dagli effetti collaterali (se preferite dagli effetti
collaterali gravi).
Quando si comincia a vaccinare, la malattia è frequente così
è sono frequenti le complicazioni gravi. Gli effetti collaterali (gravi) ci
sono, ma a tutti è evidente il beneficio.
Con il passare del tempo la malattia diventa rara talvolta
(quasi) scompare. Gli effetti collaterali (gravi) ci sono, ma il beneficio non
è più facilmente apprezzabile. Anzi, ci si scorda della malattia e dei sui
effetti.
La malattia colpisce poco, anche i non vaccinati,
perché non circola. L'elevata frequenza di persone vaccinate impedisce al
diffusione del virus / batterio. Questo è l'"effetto gregge".
Tutti godono dei benefici delle vaccinazioni, anche se non si
sono sottoposti alla vaccinazione (Non vale sempre, ma per semplicità ....). Ma se i
vaccinati diminuiscono, cessa l'effetto gregge.
Quindi, oggi, la vaccinazione per molte malattie, richiede
che si comprenda (si "digerisca") un concetto: serve vaccinarsi per
malattie che non ci sono, ma altrimenti ci sarebbero; ed occorre farlo anche a
fronte di effetti collaterali (in realtà molto rari, ma non inesistenti).
Scegliere di non vaccinarsi sfruttando l'effetto gregge
prodotto dagli altri, non funziona. O funziona solo se questa scelta è fatta da
singoli. Se vogliamo, è un approccio un po' parassitario.
Anche se non torna la "Politica", forse è
necessaria una discussione seria e pubblica, dove i tecnici facciano i tecnici
ed i politici facciano i politici, anche andando "nei territori",
come piace tanto dire a qualcuno
Carlo
P.S.: OK, non ho citato gli interessi delle "case farmaceutiche". Sicuri? in realtà la questione è quella delle scelte politiche e di chi fa tali scelte.
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