Chi è favorevole alla riforma
costituzionale di Renzi, sostiene che la riforma sia buona perché si riducono i
costi della politica, i parlamentari,
si semplifica il percorso con cui vengono
"scritte" le leggi e di approvano più in
fretta le leggi.
Personalmente mi ha disturbato che,
nella foga della propaganda, Renzi e Boschi, abbiano detto che "la riforma
non riduce la democrazia, riduce la burocrazia".
Si potrebbe pensare che non ci
abbiano mai riflettuto su molto, ma sono il Presidente del Consiglio dei
Ministri ed una Ministra. Quindi traspare una cultura
politica degna del peggior Lega Nord. E del peggior populismo.
Ma andiamo al dunque.
Costi della politica. La riduzione dei Senatori da 315 a
100, comporta un risparmio di 0,83 euro / anno per ogni italiano. I costi della
politica non sono i compensi dei parlamentari, ma sono costi indotti dal
malfunzionamento della politica, dalle scelte clientelari fatte per conquistare
consenso, dalal scarsa qualità del lavoro del Parlamento. Le retribuzioni dei parlamentari (stipendi, indennità,
rimborsi) devono essere ridotte per una questione etica.
Riduzione dei parlamentari: è un argomento
contraddittorio. Il populismo corrente,
praticato ahimé anche da questo governo, paragona i parlamentari ad impiegati
che timbrano il cartellino e scrivono leggi.
Se fosse così, dovremmo assumerli per concorso!
Un buon parlamentare
dovrebbe lavorare in Parlamento ed anche nel suo collegio elettorale. Non mi pare sia impossibile
precisare questo concetto in Costituzione.
Se invece la visione è quella di
Renzi, Alfano, Berlusconi, cioè che i Parlamentari discutono leggi senza
perdere tempo e fondamentalmente su proposta del Governo, allora anche 100 parlamentari possono essere uno spreco.
Se ci accontentiamo che i
Parlamentari svolgano le funzioni che svolgono da 25-30 anni, allora dimezziamo
i parlamentari, ma in entrambe le camere.
Semplificare la produzione
delle Leggi: chiunque
provi a leggere l'art. 70 della Costituzione Renzi-Boschi si rende conto di
quanto abbiano resa incerta la materia ("... il Senato può esaminare le
leggi approvate ..."). Quali siano le materie di una Camera e quali siano le materie di competenza di entrambe le camere,
non può essere oggetto di interpretazioni. Altrimenti chi vuole può
paralizzare il Paese.
Produrre le leggi più in
fretta: Quando è
necessario - anzi, quando il Governo lo vuole - le Leggi sono prodotte molto in
fretta. L'Italia, anzi gli italiani, in particolare quelli che "stanno in
basso", non hanno bisogno di tante leggi, hanno
bisogno di leggi buone, fatte bene, ben scritte e che non richiedano
interpretazioni. Le interpretazioni sono (quasi) sempre a favore dei potenti.
E poi l'Italia non è il Paese con
più leggi? Secondo "Normattiva" strumento dello Stato si contano
almeno 75.000 leggi, forse più. La Gran Bretagna ne ha 3.000, la Francia 5.000
la Germania 7.000.
Quindi le Leggi non vanno fatte in
fretta. Al contrario. Vanno fatte bene.
Una Camera, Due Camere.
Come tanti, non ho una cultura che mi permette di proporre regole
sensate. Sicuramente , però, come tanti so cosa voglio. Una Camera ("La Camera")
può operare più strettamente sui temi di Governo. Sarebbe
già un passo avanti se molti provvedimenti non fossero scritti dal Governo, ma
dalla Camera....
Ma sicuramente
voglio che i grandi temi che interessano l'Italia e gli italiani (famiglia,
lavoro, salute, sanità, fine vita, diritti civili, temi etici, ecc.) siano
discussi in Parlamento, non a "Porta a Porta". E questa,
perdonatemi, sarebbe la "Camera" più importante e dovrebbe essere
eletta con un sistema proporzionale. Le minoranze sono
indispensabili per crescere e trasformarsi.
Ma sicuramente dalla Riforma Costituzionale
mancano, non a caso, aspetti fondamentali. Negli ultimi decenni la Presidenza
della Repubblica ha più volte richiamato la necessità che in una Legge non
siano inseriti contenuti non pertinenti. Nella riforma costituzionale non c'è
traccia di questo.
Non c'è neppure traccia di un altro
problema. Da Berlusconi in poi i Governi hanno avuto e praticato il vizietto
di azzerare il lavoro parlamentare presentando un "maxi-emendamento" il giorno prima della votazione finale della
Legge, maxi-emendamento che annulla la discussione parlamentare, portando in
votazione un testo del Governo, quasi sempre di difficile interpretazione,
votato dalla maggioranza di turno senza un'adeguata conoscenza.
In altre parole "voto NO" alla Riforma Costituzionale", perché la riforma di Renzi vuole più Governo e meno parlamento. Io
invece voglio più Parlamento e Governi impegnati nel Potere esecutivo e non nel
Potere legislativo salvo quanto prevedeva in origine la Costituzione
italiana.
Carlo
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