Salvador Allende

11 settembre 1973. Colpo di stato in Cile.
Durante l'assedio e la successiva presa del Palacio de La Moneda,  Allende morì. 
Per anni molti di noi hanno amato pensare che morì con le armi in pugno. Probabilmente si uccise. Ma questo non è questo il punto.
Morì dopo un ultimo discorso alla radio, in cui affermò:
« Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l'uomo libero, per costruire una società migliore. »
« Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano, ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento. »


E' sciocco fare confronti tra tragedie differenti. 
Ma dobbiamo ricordarci che l'11 settembre, prima di essere la data di avvio dell'attuale guerra diffusa, è stato un giorno che ha cambiato il mondo. La violenza del colpo di stato in Cile è stato anche un chiaro messaggio intimidatorio a tutte le sinistre. Ha cambiato anche la storia dell'Italia.
Per chi ha voglia, quest'anno consiglio di leggere un testo del 13 settembre 1973 di Pablo Neruda, morto il 23 settembre
Carlo

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