Questa mattina, la conduttrice di Prima Pagina ha sbertucciato un ascoltatore che incautamente ha parlato di rifiuti.
Credo che occorra sempre spiegare, anche quando la tentazione è quella di prendere a randellate (anche solo metaforiche....) l'interlocutore.....
Gentile dottoressa Laura Cesaretti,
Sono rimasto
sconcertato dal suo tono, in risposta all’ascoltatore che questa mattina a
Prima Pagina, verso le 8,10, parlava di rifiuti.
Sono il primo
a non pretendere che i giornalisti di turno a Prima Pagina siano degli esperti in tutto, ma ritengo
sarebbe auspicabile - o quantomeno piacevole per chi ascolta - non ironizzare
sulle affermazioni degli ascoltatori, quantomeno quando non si conosce
l'argomento. I dubbi stimolano la nostra curiosità, le certezze ci impediscono
di imparare.
Quello che
l’ascoltatore diceva era assolutamente fondato ed è recepito dalla normativa
europea da circa 30 anni e da quella italiana dal 1996.
La politica
dei rifiuti prevede diverse tipologie di azioni: riduzione, riutilizzo,
riciclaggio della materia, raccolta differenziata. Il recupero
energetico (non è ammessa al combustione dei rifiuti senza recupero
energetico…) è l’ultima opzione in ordine di priorità.
Lo dice la
normativa e non è una previsione
velleitaria.
I rifiuti
sono un argomento che difficilmente appassiona e in generale, non conoscendo il
tema, siamo tutti “pieni di pregiudizi”.
La raccolta
differenziata è solo un'attività "a valle", necessaria ma
assolutamente insufficiente.
Una corretta
azione normativa è necessaria per affrontare il problema dei rifiuti e può
risolverlo. Tra l’altro, affrontare correttametne la questione rifiuti, genera
ricchezza per il Paese.
E'
interessante notare che la scelta di volere la riciclabilità dei materiali
plastici in tutti i settori, industria automobilistica compresa, scelta
praticata dalla Germania, ha di fatto imposto un’evoluzione anche all’industria
automobilistica italiana già a fine anni ’80. E se l’industria evolve, resta /
diventa concorrenziale.
Il deposito
cauzionale su bottiglie in vetro o plastica e sulle lattine, ha dato grandi
benefici alla Germania. Alla popolazione ed alle industrie. I tedeschi hanno
addirittura rischiato una procedura di infrazione dell’UE per norme
protezionistiche ....
E, badi bene,
non è vero che possono farlo perché sono più ricchi. Sono più ricchi anche
perché operano in questa prospettiva.
I forti
interessi economici (e politici) legati ai rifiuti, condizionano fortemente le
politiche di rifiuti.
In Italia
sono stati fortemente voluti degli inceneritori, senza inserirli in un'organica
politica dei rifiuti.
Gli
inceneritori normalmente nascono come impianti pubblici / partecipati e poi
diventano privati e/o partecipati solo in misura minima.
Come già
detto, costituisco infatti un affare molto redditizio. Nulla di male, se non si
trucca il mercato.
Lei come
tutti, paga i rifiuti quando li acquista e quando li smaltisce. Paga inoltre
elettricità ed acqua calda prodotti dagli inceneritori.
Un privato
che investe in un inceneritore ha il sacrosanto diritto di voler ricavare dei
profitti. Se viene a mancare il materiale da bruciare, vengono a mancare i
profitti.
Nella
migliore delle ipotesi, l’aver realizzato inceneritori “senza pensarci”
è stata una scelta maldestra con effetti
paralizzanti sullo sviluppo di politiche di riduzione dei rifiuti. E
questa scelta la pagano gli italiani.
E' anche
evidente che in un cambio di politiche, potrebbero esserci soggetti /
imprenditori che perdono posizoni ed altri che crescono. Ma credo che la cosa
debba esser considerata normale. Forse auspicabile
I rifiuti
sono sostanzialmente tutti eliminabili. Non è eliminabile l’immondizia e la
spazzatura, che esistono da tempo immemorabile.
Il passaggio
da oltre 500 kg/anno/persona di rifiuti a 100
kg /anno/persona (in realtà la produizioen attuale è
superiore) è un obiettivo praticabile se sono attuate politiche serie. E,
come avviene quasi sempre, il rispetto dell'ambiente e della salute non sono il
frutto di politiche estremiste e squilibrate che perdono di vista l'insieme dei
problemi.
Al contrario,
il primo risultato di una seria politica dei rifiuti è il rafforzamento e
l'aumentata concorrenzialità delle imprese evolute.
Ovviamente
non credo di convince nessuno con qualche decina di righe, ma spero quantomeno
di insinuare il dubbio e stimolare la curiosità.
Cordiali
saluti
Dr
Carlo Proietti - Grugliasco (TO)
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