Il terremoto, tra il guanciale e le domande serie

Il terremoto in centro Italia (i terremoti sono così frequenti che si fa fatica a trovare un nome per ciascuno) ci ha sommersi di commenti di varia natura
Oggi non mi interessano:
i commenti ripugnanti dei lego-fascisti;
i deliri di Militia Christi e di altri paranoici;
i commenti nazi-vegani che vedono nel terremoto una giustizia superiore che ha colpito Amatrice per vendicare il "guanciale" nell'amatriciana; 

I paesi crollati sono sotto gli occhi di tutti. Un dramma straziante. Tutti si ripetono che i bambini non possono morire così.
Ma vi propongo 4 o 5 cose su riflettere. Ce ne sono molte altre analoghe, ma si può partire da queste ...


La scuola di Amatrice: ristrutturata nel 2012 a fini antisismici e crollata. Si dice gravemente lesionata, ma è crollata.
Ospedale di Amatrice: in realtà sede di servizi infermieristici, guardia medica, ambulatori specialistici, qualche diagnostica, pronto soccorso ed un reparto di degenza medica. Inagibile per il terremoto.
Il sindaco di Accumoli Stefano Petrucci, geometra. Un giornalista lo intervista e gli chiede del campanile appena ristruttuato, la cui sommità è precipitata sul tetto di una casa uccidendo 4 persone.
Ed il sindaco parte con una filippica: "lui non ci sta con le stumentalizzazioni!  I campanili sono strutture snelle e che se si vuole che non crollino devono essere fatti in metallo". "Un campanile di otto metri anche restaurato da poco con il terremoto è lecito che crolli". 
In interviste successive usa toni più moderati, ma la sostanza è la medesima.
La pornografia dell'informazione che non riesce a trattenersi dal trasmettere ossessivamente immagini di dolore, sconforto, avvilimento. E poi si lancia sui "santini" dei morti. A parte qualche idota che fa interviste come "E' morto suo figlio? E come si sente? E cosa pensa di fare ora?" che può sempre essere sbattuto fuori a calci in culo (l'hanno fatto per le atlete cicciottelle,...), il vero problema è la ripetizione ossessiva per giorni delle medesime immagini.
L'idiozia dell'informazione: la prima sera al buio 2 giornalisti de La 7 incalzano il sindaco (di Amatrice, mi pare): "Quali saranno i tempi per la ricostruzione? La gente quando potrà entrare nelle sue case?". Coglione! a 20 metri da te stanno scavando per cercare di salvare qualcuno o per recuperare i morti!
Ma i giornalisti, per contratto, non devono tenere connesso il cervello?

Quello che non si riesce a capire guardando l'Italia da fuori, non è il crollo di interi paesi. E' l'esistenza di servizi pubblici essenziali ubicati in stutture insicure.
Si riesce persiono a capire che un edificio ristrutturato a fini antisismici, crolli. Succede anche in altri Paesi. La differenza è che all'estero, si trovano i colpevoli.
Non si riesce a capire come sia possibile che a 7 anni dal terremoto de L'Aquila larga parte dei lavori sia ferma. Non per mancanza di fondi (sia pure anche per questo) ma per percorsi burocratici inumani.
Non sono contrario ai corretti percorsi amministrativi a tutela della collettività, dei soldi pubblici, dell'ambiente, della sicurezza. Anzì. Ma ogni atto deve avere obiettivi certi e deve effettivamente essere in grado di perseguirli. Ed i percorsi devono essere agili.


Ma se giapponesi e tedeschi comprendono che i nostri paesi appenninici, costuiti in pietra possono corllare per un terremoto, noi dobbiamo chiederci cosa si può fare. 
- Queste case possono essere messe in sicurezza? Fino a che punto?
- E quanto costa? 15 miliardi sono una cifra ridicola: 250 euro a italiano! Possiamo decidere domani!
- Ma, nello stesso tempo si stanno scatenando professionisti: il 50 % delle abitazioni (più di 12 milioni)  non sono state costruite con criteri antisismici. 
Si, bravi, ma dove? Mi pare che facciate i conti contsiderando le case costruite dopo il 1974, ma così abbiamo solo l'immagine dello scempio del territorio.

- "Quante sono le case" nelle zone sismiche  1 e 2?
- E i 100 - 150 miliardi per mettere a posto le case, possono anche essere realistici, ma come sono calcolati? 
Insomma, questa è una buona occasione per la politica per fare buone domande? Ed anche i giornalisti hanno l'occasione per fare buone domande.
Perché le buone domande sono necessarie per avere buone risposte e per poter decidere cosa fare.
E poi - dove non riusciremo a garantire requisiti antisismici (prevenire i crolli) - riusciremo almeno a mettere in atto azioni di protezione (formazione alla popolazione, kit di sicurezza per emergenze ecc.)?
Per ora la politica non sa cosa fare. E non dobbiamo fargliene una colpa.
Colpisce però che Renzi, non sappia (ancora, ... spero) cosa fare, ma che abbia già lo slogan "Casa Italia". Insomma lo slogan è pronto, adesso basta che qualcuno riesca a trovare qualche contenuto.
Carlo

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