In una situazione allegramente (e ansiosamente?) caotica è in corso la raccolta firme per una tornata di referendum. Mi soffermo su "solo" alcuni, ma è importante ricordarsi che ci sono anche i referendum sul lavoro ("jobs act") e sulla buona (?) scuola....
Referendum sulla costituzione
Qualcuno dirà "Ma si fa già! O no?". E' vero il referendum si farà comunque ad ottobre.
C'è stata la gara tra parlamentari di maggioranza e di opposizione per essere i primi a presentare la richiesta.
Ma illustri costituzionalisti ritengono che sia bene che il referendum sia richiesto anche "dal basso". La Costituzione non è ci gentilmente concessa. E a fronte della più importante manipolazione della Costituzione mai avvenuta, il Comitato per il No ha deciso di
raccogliere le firme per arrivare al referendum.
Il referendum costituzionale è uno
strumento importante, che si può usare quando il Parlamento non arriva
all’approvazione delle modifiche con i 2/3 dei votanti. E non bisogna dimenticare che in questo caso la risicata maggioranza parlamentare, che ha approvato la più
vasta revisione della Costituzione che ci sia mai stata, è una "maggioranza" solo per una legge elettorale che la Corte Costituzionale ha
dichiarato illegittima.
per documentarsi
I due referendum sulla
legge elettorale ("Italicum")
Sono
promossi due referendumsulla legge elettorale
Il primo per cancellare:
- i capilista bloccati e le loro candidature
plurime (fino a 10 collegi)
- il monopolio delle segreterie di partito nella designazione
dall'alto della maggioranza dei deputati-
Il secondo per eliminare:
- il premio di maggioranza che regala il 54% dei seggi alla Camera e quindi il Governo ad
un'unica lista cha rappresenta una minoranza del Paese (anche solo il 20% dei consensi dell'elettorato)
Il combinato di riforma costituzionale e legge elettorale, porta ad avere una sola Camera eletta, ed eletta con un sistema di liste bloccate decise dalle segreterie di partito. E con la maggioranza assoluta ad un partito che può rappresentare anche solo il 20% dei votanti ...
Referendum sugli inceneritori
Il referendum intende bloccare il
piano per nuovi e vecchi inceneritori:
In particolare il quesito referendario vuole cancellare:
-
la loro classificazione come
infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale;
-
il potere del governo di
decidere localizzazione e capacità specifica di 15 nuovi impianti e
quello di commissariare le Regioni inottemperanti;
-
l’obbligatorietà di
potenziamento al massimo carico termico e di riclassificazione a
recupero energetico degli inceneritori esistenti;
-
la possibilità di produrre rifiuti
in una Regione e incenerirli in un’altra;
-
il dimezzamento dei termini di
espropriazione per pubblica utilità e la riduzione
dei tempi per la Valutazione di Impatto Ambientale;
Il governo Renzi ha sostanzialmente deciso di sviluppare un settore produttivo basato sull'incenerimento dei rifiuti. Questa via condurrà inevitabilmente ad un aumento della produizione di rifiuti invece che ad una diminuzione dei rifiuti tramite percorsi di riduzione della produzione dei rifiuti, di riutilizzo e di riciclaggio dei materiali. In Europa esitono inceneritori, ma sono il residuo di politiche del passato, abbandonate in gran parte del territorio.
La scelta di sviluppare l'incenerimento dei rifiuti fuori "tempo massimo" è una scela nociva per l'ambiente e per la salute. Ancor prima è una scelta irragionevole dal punto di vista energetico. ed è fatta a spese di tutti i cittadini che pagano quando comprano gli imballaggi, pagano quando smaltiscono i rifiuti, pagano quando comprano acqua calda ed energia elettrica prodotte degli inceneritori.
Firmare
significa schierarsi per la tutela di salute e ambiente; restituire ai cittadini il diritto di decidere sul
territorio e alle Regioni il potere di
programmazione e gestione in merito ai rifiuti; puntare sul riciclo
e sull’Economia Circolare.
Referendum "Trivelle zero"
Il quesito sulle trivelle vuole
cancellare i riferimenti a certe zone dell’Italia che limitano le attività petrolifere
esclusivamente in quei luoghi, in modo da render
applicabile il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a
tutta Italia, per i nuovi interventi in terraferma e in mare al di fuori delle 12 miglia. Dopo
il referendum del 17 aprile contro le concessioni già esistenti in mare nelle
prime 12 miglia, un quesito sui progetti nella restante parte del territorio
italiano.
Non riguarda le
concessioni già assegnate dallo Stato, perché colpirle lo avrebbe reso
inammissibile.
Firmare significa voler bloccare tutti i nuovi progetti di perforazione e estrazione,
ridurre devastazioni e problemi di salute connessi ai progetti petroliferi e
rispondere alle analisi di scienziati di tutto il mondo: estrazione e
combustione degli idrocarburi causano sconvolgimenti climatici, con grave
rischio per la vivibilità della Terra. Le attuali richieste dei petrolieri per
nuove concessioni in terraferma e in
mare sono oltre 100, su vastissime aree del Paese.
Informazioni sui referendum su inceneritori etrivellazioni
Buona lettura e firmate, firmate, firmate (e fate firmare)
Carlo
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