Mossadeq, si
oppose all'incoronazione a re del Primo Ministro Rezā Khān, un generale
della Brigata Cosacca dell'esercito iraniano e uomo forte del Paese fin dal 1921. Rezā Khān fu proclamato Scià di una nuova dinastia,
quella dei Pahlavi.
Mossadeq venne perseguitato ed è costretto a ritirarsi dalla
vita politica, esiliandosi nelle sue proprietà.
Nel 1944, dopo
la Conferenza di Teheran del novembre 1943 e dopo l'ascesa al trono del nuovo re, Mohammad Reza Pahlavi, Mossadeq rientrò in politica come parlamentare nazionalista.
Dal 1951 al 1953 fu Primo ministro iraniano, a
seguito degli avvenimenti connessi al mancato rinnovo
della concessione sullo sfruttamento del petrolio alla Anglo-Iranian il Company, che lo shah Reza Pahlavi aveva rilasciato nel 1933 ai britannici.
Mossadeq guido' il movimento
parlamentare che si opponeva al rinnovo della
concessione sullo sfruttamento del petrolio
alla Anglo-Iranian Oil Company, che lo shah Reza Pahlavi
aveva rilasciato nel 1933 ai britannici.
Era presidente della commissione parlamentare che raccomandava la
nazionalizzazione dell'industria petrolifera: quando fu assassinato il Primo
Ministro che aveva posto il rinnovo della concessione al centro della sua
azione di Governo.
Il Parlamento votò all'unanimità
la designazione a Primo Ministro di Mossadeq, che coprì questa carica sino al
1953.
Appena nominato Primo
Ministro mantenne le promesse e smatellò l'Anglo-Iranian Oil Company e costituì la Natinal Iranian Oil Company. La Gran
Bretagna reagì congelando i capitali iraniani che si trovavano nelle sue banche,
rafforzò la presenza militare nel Golfo Persico
e attuò un blocco navale che impediva l'esportazione di petrolio e dispose un
embargo commerciale.
Al Consiglio di Siucrezza delle Nazioni Unite
Mossadeq conseguì una schiacciante vittoria diplomatica sull'Inghilterra.
Nonostante i successi diplomatici,
nell'impossibilità di esportare il suo petrolio l'economia iraniana giunse al
collasso e a Mossadeq - che intendeva trasformare il paese in una monarchia
costituzionale - furono concessi dal Parlamento poteri straordinari per
limitare l'influenza dello Scià. Diminuì il budget della Corte e delle
forze armate per finanziare la sanità, vietò al sovrano di mantenere contatti
con i capi di governi esteri (prerogativa attribuita al ministero degli
Esteri), fece approvare una riforma agraria
che tendeva a un minimo di ridistribuzione dei raccolti e impose una riforma fiscale efficace in un
paese in cui i ricchi e i potenti non pagavano le tasse.
Nel 1953 Mossadeq costrinse lo Scià
a lasciare il paese e molti temettero che volesse proclamare la Repubblica. A
causa della crisi economica e delle resistenze alle sue riforme per la
modernizzazione del Paese, Mossadeq fu abbandonato da molti suoi alleati, e in
particolare dal clero sciita.
Mentre Mohammad Reza era in esilio a Roma, a fronte della resistenza dei grandi
latifondisti, nonché dei religiosi, che gestivano immense proprietà agrarie, nell'agosto del 1953 il governo guidato da Mossadeq fu
abbattuto da un colpo di Stato militare favorito da un'operazione coperta dei
servizi segreti americani e britannici,
denominata Operazione Ajax, e sostituito da Fazollah Zahedi, gradito agli inglesi.
Dopo la destituzione, Mossadeq fu
processato e imprigionato per 3 anni, per poi passare il resto della sua vita
agli arresti domiciliari.
Come dire, ... sono sempre gli stessi a voler comandare .....
Carlo
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