Un bel libro di alcuni anni fa ("Il certificato come sevizia") fotografava il delirante mondo delle certificazioni. Le cose sono cambiate poco. Perché molte certificazioni hanno poco a che vedere con la scienza, e molto con la burocrazia. E si sa che la burocrazia è una forma di vita che si automantiene.
Ma se è vero che l'attività sportiva fa bene alla salute,
perché si rende complicato praticarla tramite arzigogolate norme sulle
certificazioni di idoneità?
In realtà non sarebbe molto complicato.
Il legislatore - considerato che il valore predittivo degli
accertamenti è veramente basso -, ha scelto di delegare
questi accertamenti ai medici di medicina generale ed
ai pediatri di base. Ovviamente è possibile
rivolgersi anche agli specialisti in medicina sportiva.
L'ipotesi evidentemente è che il medico di famiglia, grazie
alla conoscenza della persona, abbia elementi per rilasciare una
certificazione sensata.
Per rilasciare l'idoneità il medico deve raccogliere
l'anamnesi e fare un esame obiettivo,
completo di misurazione della pressione arteriosa (...!...)
Serve inoltre un
elettrocardiogramma a riposo, debitamente refertato, effettuato almeno una volta nella
vita.
Se la persona ha più di 60 anni o è affetta da patologie
croniche conclamate, comportanti un aumentato rischio cardiovascolare, l'ECG
deve essere effttuato annualmente.
Insomma una cosa semplice semplice, salvo dover impegnare
alcune ore per andare dal proprio medico e pagargli la certificazione
Inolte la certificazione serve solo per le attività
sportive non agonistiche e non anche per le attività sportive ludico-ricreative o amatoriali
E le attività
sportive non agonistiche sono quelle organizzate dagli
organi scolastici nell'ambito delle
attivita' parascolastiche (quindi non quelle in orario scolastico) e quelle organizzate dal CONI, da societa' sportive affiliate alle
Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di
promozione sportiva riconosciuti dal CONI, che non siano considerati atleti
agonisti ai sensi del decreto ministeriale 18 febbraio 1982;
Quindi, NON deve presentare il certificato di idoneità fisica
chi pratica attività sportiva ludico-ricreativa o amatoriale (per esempio: fitness, body building, ed altre attività in
palestra, nuoto in piscina, danza, ginnastica presciistica, attività motorie
nelle scuole materne ed elementari, ginnastica formativa in età pediatrica,
ginnastica per anziani, manifestazioni sportive della durata di un giorno,
tornei aziendali, ecc...).
Il guaio è che club e centri fitness, piscine e altre
strutture hanno l'abitudine di chiedere una certificazione come presunta "tutela"
nel caso succedesse qualcosa.
Si tratta di una prassi inutile e per certi aspetti pericolosa. Esiste infatti il rischio di sottovalutare sintomi in quanto "il mio medico mi ha appena detto che va tutto bene!" E quindi si può sempre cambiare palestra, piscina, o centro fitness.
Questo ovviamente non è un invito a trascurare la propria salute. Al contrario.
Chiedere consiglio, soprattutto se si ha qualche problema di salute, è un cosa saggia. Ed imparare ad "ascoltare" il nostro organismo è altrettanto importante
Ma le certificazioni routinarie, sono quantomeno inutili.
Ma se gli obblighi di certificazione sono relativamente contenuti (relativamente, perché non potete andare dal medico amico e- a rigore - le certificazioni devono essere sempre effettuate a pagamento (salvo "reali casi di indigenza")), c'è da chiedersi perché il legislatore non si preoccupi di contenere l'abuso di richieste di certificazioni .
Carlo
0 Commenti