Per parlare di "Sindrome NIMBY" bisogna essere proprio sciocchi.
O Ignoranti. O avere altri fini.
O Ignoranti. O avere altri fini.
Ma chi dovrebbe opporsi ad una "grande opera" se non chi
vive sul posto? In realtà i movimenti che si oppongono a progetti impattanti, ogni volta producono anche nuova cultura e nuovi progetti. E recuperano quanto
prodotto di buono da altri nel passato. Ma stiamo al gioco...
Provate
a pensarci. Quante volte nel corso degli ultimi anni giornali, radio e TV hanno
parlato di "Sindrome NIMBY" di fronte alle proteste contro
interventi impattanti su un territorio? Quante volte avete sentito politici che - parlando con sussiego e senza
contraddittorio - liquidavano proteste etichettandole come "NIMBY"?
La
"Sindrome NIMBY" è una sciocchezza, almeno nei termini in cui se ne parla
abitualmente. I signori del PD / PdL e compagnia bella usano il termina ancor più
che per liquidare un argomento, per far degenerare la discussione. I loro
riferimenti si fermano a "Wikipedia", peccato che la voce sia
ritenuta non neutrale
Motivo: "La
voce è scritta in modo tale da suggerire l'identificazione tra movimenti
ecologisti e sindrome nimby. Non viene analizzata criticamente l'opinabilissima
nozione di grande opera "necessaria" o "utile"."
Ma, se non ci limitiamo alla definizione (funzione di Wikipedia) diventa
interessante fare qualche riflessione.
NIMBY
significa "Not
In My Back Yard", "Non nel mio cortile". La definizione quindi ingabbia la
protesta nel "rifiuto di qualcosa vicino a casa propria".
Non solo, si
parla di "Sindrome NIMBY". E una "Sindrome",
è un insieme di segni e sintomi a cui corrisponde una malattia o più malattie. In altri
termini la "Sindrome NIMBY" è una malattia. E le malattia -
sia sa - vanno curate. E se sono contagiose, occorre prevenire il contagio.
Ma se
pensiamo all'ambiente ed alla società come ad un insieme, parlare di NIMBY
diventa interessante.
E visto che quasi tutti concordano sulla centralità della
"sostenibilità" dovrebbe essere normale affrontare l'impatto
ambientale delle "grandi" opere nell'ambito di una riflessione
sistemica, globale.
In questa
prospettiva NIMBY non è una "Sindrome", ma un "Sintomo".
Non è da curare, anzi. Dobbiamo prestargli attenzione, perché ci avvisa che c'è una malattia in atto.
Purtroppo non
è un sintomo precoce, è un sintomo di una malattia avanzata, tanto è vero che
si manifesta per aggressioni all'ambiente che talvolta non sarebbero di per sé
drammatiche, se ci fosse ancora "altro ambiente" per i sacrosanti
bisogni della popolazione.
NIMBY è un
sintomo che si manifesta a seguito dell'aggressione ad un territorio. Ed è ovvio che la risposta avvenga
localmente. In fin
dei conti è la stessa cosa che succede in un organismo vivente. A fronte di
un'infezione, le difese immunitarie reagiscono, prima, localmente.
Quindi non
è soltanto naturale,
che ad opporsi siano i residenti della zona in cui si vuole realizzare una
"grande" opera, ma è anche sano. Chi
ha imparato a prestare attenzione all'ambiente in cui vive svolge quindi
un'importante funzione per la collettività. L'opposizione ad opere che sono
realizzate principalmente per gli interessi economici di gruppi variamente
legati alla "politica" è tanto importante quanto sgradita alla
piccola minoranza che ci governa.
Ma prima di
interrogarci su come sisupera il NIMBY, dovremmo porci
almeno un'altra domanda. Anzi la dovremmo porre a chi porta avanti scelte
irresponsabili in quanto non sostenibili.
E - badate
bene - che c'è chi porta avanti con cinismo i propri interessi (economici o
altri) di bottega, ma nei medesimi gruppi c'è una larga fetta di persone che
sostengono progetti stupidi (in quanto non sostenibili e irresponsabili a medio termine) solamente perché non provano a
pensare a fondo a qello che fanno e si cullano in un presunto "buon senso" consolatorio che li ferma alla superficie dei problemi evitando approfondimenti e conseguenti riflessioni
critiche.
E allora
dovremmo chiedere, come mai se le proteste sono portate avanti dai residenti,
questi sono accusati di essere affetti da "Sindrome
NIMBY", mentre quando le proteste attirano persone da
fuori si rivolge l'accusa di
accogliere "antagonisti che vengono da
fuori"?. Insomma, sembrerebbe che non ci sia la possibilità
che un movimento di protesta la faccia la cosa giusta! Ma forse sarebbe necessario che PD/PdL/FI si mettessero
d'accordo, in primo luogo con se stessi.
Non
preoccupatevi. Sto scherzando! Per carità, sono certo che - nei partiti di
governo - molti "singoli" rifletteranno (e stanno già
riflettendo) su questi aspetti. Ma non avranno mai spazio. Potranno solo uscire
(dai loro partiti), perché la "ragione sociale" dei partiti di
governo, purtroppo, non prevede svolte in questa direzione, ma solo la
trita riproposizione di ""grandi" opere che impoveriscono
l'Italia.
Personalmente
continuo ad essere stupito della capacità di elaborare idee e fare proposte
dimostrata dai movimenti che si oppongono alle sedicenti grandi opere.
Penso alla TAV ed all'inceneritore del Gerbido, che interessano il territorio in cui
vivo. Ma non solo.
Da anni
rivendico di essere "NIMBY". E mi piacerebbe se tutti cominciassimo a
credere e dire che NIMBY "è bello", NIMBY "è
responsabile". Anche perché dai NIMBY nasce un'enorme ricchezza
di proposte.
E dobbiamo
ricordarci che non si tratta di cose nuove. Gli ecologisti americani negli anni
'60 avevano uno slogan che è sempre attuale: "Agire
localmente e pensare globalmente!" Ed è quello che succede regolarmente da noi.
Le persone iniziano ad interessarsi perché sono contrarie all'inceneritore al
Gerbido, ma in breve tempo diventano contrarie all'incenerimento dei rifiuti.
Tanto è
vero che negli ultimi anni le uniche persone che si dichiarano contrarie all'inceneritore
del Gerbido sono i consiglieri comunali del PD (e partitini satelliti). E dicono
che lo accentano per "senso di responsabilità", ma poi spingono per
le "compensazioni" per avere qualche appalto in più da gestire e per
tentare di riconquistare qualche voto disperso in atmosfera dall'inceneritore..
Al contrario,
essere coscienti che "NIMBY è
responsabile" è utile quando qualche "provocatore
di professione" accusa chi si oppone a inceneritore, TAV, ecc. di
essere affetto da "Sindrome NIMBY". Loro lo fanno per suscitare il battibecco, per "mandare in vacca la discussione". Lo fanno perché non hanno reali
argomenti da contrapporre alle critiche e proposte di chi si oppone a progetti dannosi.
Lo fanno
perché per loro è utile suscitare risse; così cessa la discussione. E questo va a vantaggio di chi
vuole portare avanti progetti irragionevoli.
Mi ricordo da ragazzino (anno scolastico 1970/71), un noto politico torinese che già allora interveniva in assemblee a Palazzo Nuovo con il solo fine di chiudere la discussione facendola degenerare. Allora non capivo. E tutto mi sembrava solo molto triste, E questo continua ancora!
CarloMi ricordo da ragazzino (anno scolastico 1970/71), un noto politico torinese che già allora interveniva in assemblee a Palazzo Nuovo con il solo fine di chiudere la discussione facendola degenerare. Allora non capivo. E tutto mi sembrava solo molto triste, E questo continua ancora!
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