O più precisamente, cosa ci dicono gli esperti, sui primi risultati del biomonitoraggio
Come preannunciato nella riunione del 29 gennaio scorso, sul sito del Comitato Locale di Controllo potete trovare il documento "Biomonitoraggio della popolazione residente e dei lavoratori impiegati nell'impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Torino - Sintesi del primo rapporto di studio".
Provo a sintetizzare alcune informazioni sia per dare un aiuto a comprendere, sia per far notar eun paio di cose. In ogni caso consiglio a tutti di leggere il documento.
Premetto che stiamo parlando di una cosa molto tranquilla: le condizioni prima dell'inceneritore e sulla su diossine e PCB.
In sostanza si racconta che nel periodo di giugno-luglio 2013 un campione di 394 persone di età 35-69 anni,è stato sottoposto ad accertamenti sanitari per "misurare" lo stato di salute in fase di preaccesione dell'inceneritore.
In sostanza si racconta che nel periodo di giugno-luglio 2013 un campione di 394 persone di età 35-69 anni,è stato sottoposto ad accertamenti sanitari per "misurare" lo stato di salute in fase di preaccesione dell'inceneritore.
198 persone abitano nella zona dell'inceneritore (oltre l'80% a Beinasco) e costituiscono il campione statistico rappresentativo della popolazione residente nell'area di maggiore esposizione ("residenti ASL TO3").
196 persone abitano in zona Torino sud e costituiscono il campione statistico rappresentativo della popolazione non esposta. ("residenti ASL TO1").
Ci sono poi controlli su un gruppetto di agricoltori della zona e sui lavoratori dell'inceneritore.
I risultati degli esami ematochimici di base, delle prove di funzionalità respiratoria e delle misurazioni della pressione arteriosa per adesso non sono presentati e comunque non rivestiranno particolare interesse.
Gli esami di alcuni test ormonali, potrebbero avere maggiore interesse. Al momento risulta che uno dei test di funzionalità tiroidea ha valori maggiori tra i residentio dell'ASL TO3.
Risulta che la popolazione dell'ASL TO1 sia più istruita di quella dell'ASL TO3 (da quanto dichiarato il 29 gennaio la differenza risulterebbe statisticamente significativa).
I dati presentati riguardano i metalli misurati nelle urine e nel documetno non si torna sulla differente percezione del rischio, molto maggiore per la popolazione dell'ASLTO3. Per intendersi il tema è stato segnalato come un problema da affrontare, e la "terapia" consisteva evidentemetne in azioni informative
"tranquillizzanti" e non in interventi per la riduzione del rischio.
Ma siamo sicuri che la percezione del rischio di chi vive a Beinasco sia "sbagliata"? Non ci esprime comunque una corretta percezione del degrado ambientale? Questo al di là di stregonerie varie.
Ma torniamo al documento; vi riporto alcuni estratti sui commenti di valori riscontrati per i metalli urinari. E' importante notare che i valori di riferimento sono valori riscontrati in altri studi. Non sono valori limite.
"L'arsenico presenta livelli vicini ai valori massimi rispetto al range atteso del dato di letteratura disponibile, ma il riferimento è antecedente di 20 anni; per questo metallo è stato riscontrato un gruppo significativo di soggetti con valori particolarmente alti. È noto che i valori di arsenico urinario variano in funzione del consumo di alcuni alimenti nei giorni precedenti. Questo può spiegare in parte il dato medio vicino ai valori massimi riscontrato nel campione torinese, in assenza di riscontri di valori particolarmente elevati nell’acqua potabile, in atmosfera e nei suoli dell’area in studio".
Quindi i valori sono alti, ma potrebbe essere l'alimentazione.
"Il palladio presenta livelli che superano i dati pubblicati in precedenza relativamente alla popolazione generale italiana. Questo metallo si trova nelle marmitte catalitiche più recenti e pertanto il suo livello, da considerare indicatore di esposizione a traffico veicolare, risente del confronto con dati relativi a 10 anni fa, momento in cui questo metallo non era così utilizzato".
Quindi i valori sono alti, ma i valori di riferimento sono vecchi e da allora ci sono molte più marmitte catalitiche che potrebbero esserne la causa
"Sia il livello medio sia il valore mediano di tallio sono superiori al riferimento pubblicato di popolazione generale italiana, che in questo caso risale a 20 anni fa. L’esposizione si verifica principalmente attraverso i processi industriali che comportano combustione del carbone e le fonderie".
Quindi i valori sono alti, ma i valori di riferimento sono vecchi.
Vi sono alcune differenze tra le due ASL: i livelli di cromo, iridio, manganese, platino e antimonio sonopiù elevati nei residenti nell’ASL TO3, mentre i livelli di cadmio, cobalto, stagno e tallio sono più elevati nei residenti nell’ASL TO1. Una valutazione approfondita di queste differenze verrà effettuata nei mesi prossimi.
Quello che mi colpisce è l'impagno a spiegare ogni valore "anomalo".Un valore è alto o tende all'alto? E gli esperti si sentono in dovere di trovare motivazioni: "può essere l'alimentazione". "I valori di riferimento sono vecchi!". "Ci sono le marmitte catalitiche che aumentano i valori".
Qual'è il problema? Beh, il problema è che gli "esperti" si pongono domande su valori anomali e non su quelli più "normali". In realtà , confrontandomi con dei "valori di riferimento", le medesime considerazioni valgono per ciascuna delel misure fate.
Ma c'è un pericoloso corollario. Quando si dice "I valori di riferimento sono vecchi, è per questo che i nostri valori sono alti" implicitamente si dice che c'è da attendersi che i valori delle sostanze assorbite aumentano nella popolazione in generale, non solo da noi.
Così torniamo con quanto detto e preannunciato (?) in un altro post. Gli esperti si cuciono addosso una funzione di tranquillizzatori uscendo dalla dimensione scientifica. Badate bene. Queste affermazioni non sono errate, anci alcune sicuramente lo sono (per altre non ho avuto modo di verificare, ma non dubito che siano vere) ma sono poste nel luogo sbagliato.
Un'ulteriore corollario è che se cosi stanno le cose e se così stanno le interpetazioni, tutto lo Studio di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nei pressi dell'inceneritore del Gerbido diventa inutile. Come già detto fino dall'estate scorsa.
Un'ulteriore problema è che il metodo scientifico, nato per identificare i rischi e promuoverne la riduzione, viene invece utilizzato per gestire i rischi e promuoverne la permanenza.
Ora questo tipo di commento viene fatto in fare "pre inceneritore". possiamo immaginarci i commenti in fase successiva.
Questo uso degli strumenti scientifici mina la credibilità degli stessi. Non si tratta di cambiare esperti, ma di cambiare il rapporto della politica con la scienza e con la prevenzione.
Carlo
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