Principio di precauzione. Chi era costui?
Sul sito del Comitato Locale di
Controllo, nella sezione Documenti, alla voce "l'impianto" troviamo
un documento di TRM "Note sui primi mesi di esercizio provvisorio - Incontro del Comitato Locale di Controllo"
datato 9 ottobre 2013
In assenza di commenti, dobbiamo
ritenere che il documento di TRM sia fatto proprio dal Comitato Locale di
Controllo.
Per il documento, scritto con un
tono che vorrebbe esere amichevole ed autorevole nelle prime pagine riesce a
dire:
"Per la complessità
e la numerosità degli strumenti che compongono l’impianto, in esercizio provvisorio
è fisiologico che momenti di attività si alternino a momenti di fermo: eventuali
malfunzionamenti di alcune strumentazioni, infatti, possono essere rilevati (e
quindi corretti) solo se l’impianto viene messo in funzione.
TRM ha - fin dall’inizio
di questa fase - adottato il principio
di precauzione che ha condotto ad interrompere immediatamente l’attività
dell’impianto a seguito di ogni anomalia di funzionamento, informando
contestualmente dell’accaduto gli Enti deputati al controllo e le Istituzioni
del territorio"
A sentirli così, si
pensa "Si , va be', ci sono dei problemi, ma
sono persone di buon senso e vanno avanti con prudenza". In realtà, usano termini
che fanno "democratico e di sinistra" ma non sanno cosa significhino.
E così, rischiano (?) di fare la figura dei tromboni. Ed i tromboni, non sono
competenti. E così ingenerano paura.
Il principio di
precauzione è una cosa seria e si applica alle scelte degli Stati, della
Politica, non alla gestione di un impianto. Un impianto si gestisce secondo
procedure e regole definite. E se non ci si riesce, allora vuol dire che
qualcosa non va. Fermarsi, non c'entra nulla con il principio di precauzione.
Vediamo un po'.
La Dichiarazione di Rio,
ratificata a seguito della Conferenza sull'Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni
Unite (Earth Summit) di Rio de Ianeiro del 1992, a cui parteciparono più
di centottanta delegazioni governative da tutto il Mondo, definisce una serie
di principi non impegnativi riguardanti le responsabilità ed i diritti
degli Stati, per cercare di mettere insieme le esigenze dello
sviluppo con quelle della salvaguardia ambientale.
Tra questi è definito il principio
15, il principio di precauzione
"Al fine di proteggere l'ambiente, un
approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati
in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o
irreversibile, l'assenza di una piena certezza scientifica non deve
costituire un motivo per differire l'adozione di misure adeguate ed effettive,
anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale"
Il testo parla esplicitamente solo
della protezione dell'ambiente, ma con il tempo e nella pratica il campo di
applicazione si è allargato alla politica di tutela dei consumatori, della
salute umana, animale e vegetale.
Tale punto di vista è stato promosso
dall'Unione Europea, ratificando la Convenzione sulla diversità biologica di
Rio de Janeiro (93/626/CEE) ed esplicitando la politica comunitaria con la
Comunicazione della Commissione COM (2000) 1 Final (2 febbraio 2000). In tale
documento si legge.
"Il fatto di invocare o no il
principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le
informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte
e vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute
degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente
pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto".
Il Trattato di Maastricht ha introdotto
il principio di precauzione (poi ripreso dalla Costituzione Europea art. III-233)
attualmente enunciato all'art. 191 del trattato sul funzionamento dell'Unione
Europea, dove si sostiene che la politica dell'Unione in materia ambientale
mira a un elevato livello di tutela ed «è fondata sui principi della
precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della
correzione, in via prioritaria alla fonte, dei
danni causati all'ambiente e sul principio "chi inquina paga"
Quindi, al Gerbido, abbiamo dei
tecnici (TRM) che non solo arrancano dietro i
problemi di un impianto nato vecchio ed indebito e costruito di fretta per
garantire premi economici.
Ma questi tecnici (TRM) parlano
"usando paroloni" di cui non conoscono il significato, per imbonire
la popolazione, a partire dagli amministratori locali.
E sembra, che ciò nonostante, vadano bene nostri Sindaci.
Carlo
0 Commenti