Dal Gerbido a Gioia Tauro e ritorno

La spirale della politica che usa i tecnici e dei tecnici che si fanno usare dalla politica
Nel tardo pomeriggio di giovedì 16 doveva andare in scena una recita collaudata. Si riuniva il Comitato Locale di Controllo e gli Amministratori locali avrebbero dovuto esprimere la loro preoccupazione per le emissioni dell'inceneritore, per un verso chiedendo rassicurazioni ai tecnici e per altro verso  "minacciando" provvedimenti. 
Tra i tecnici c'era l'ARPA e, ovviamente (...?), TRM. Considerato che l'acume di qualche amministratore locale aveva percepito aria di buriana, si erano anche invitati i medici "di ARPA e ASL". Un medico ovviamente non poteva dire nulla di specifico sulle esposizioni in corso, salvo cose già dette e ridette. Ma si sa,  il camice bianco ha il suo fascino e magari può servire zittire qualcuno. 
I brillanti strateghi della politica di Torino e cintura non sono riusciti a pensare a nulla di meglio. Che
sia incapacità o pigrizia, questo non lo so, ma il risultato è stato che i colleghi hanno pensato bene di tenersi defilati.... salvo un malcapitato che pensava di rassicurare un pubblico preoccupato ed arrabbiato disquisendo sulla modalità con cui si erano contattati telefonicamente le persone sottoposte a sorveglianza sanitaria la scorsa estate. 
Ovviamente la presidente del CLdC ha tentato prima di impedire i filmati e poi gli interventi dei cittadini.E prima ha battuto il naso contro un giornalista che le ha detto "io sono un giornalista e posso e devo filmare". In altri termini "Ma dove crede di essere?"
Ma, veniamo al dunque. Sull'inadeguatezza dei tecnici ci siamo intrattenuti nell'ultimo post. Intendiamoci magari individualmente sono bravissimi. Ma se si vuol far recitare un ruolo al tecnico in contrasto con il concetto stesso di tecnico, possiamo mettere chi vogliamo, ma il tecnico sarà sempre inadeguato.
Chi ha vissuto il clima di giovedì sera, si sarà probabilmente reso conto che abbiamo molto da fare. Prendersela con il tecnico invece che con il politico, in questi casi di solito è sbagliato (anche se l'altra sera abbiamo avuto una sciamana che ha raccolto quello che si meritava). Ai tecnici bisogna semplicemente far capire che non devono più accettare di recitare il ruolo di imbonitori. Una scelta sbagliata continua ad essere una scelta sbagliata, che magari produce anche danni alla salute, anche se fior di tecnici lavorano per documentare che "è a norma". O per ammansire i risultati (ammansire, non addomesticare) spiegando che in fin dei conti non sono tanto male.
La grave responsabilità di questa politica non sta solo nel fatto che fa scelte sbagliate. Ma sta nel fatto che tenta di utilizzare le strutture di preposte (ARPA, ASL) non per la tutela dell'ambiente e della salute, ma per tentare di documentare che i danni non sono tanto grossi. Ci si può assumere la responsabilità per una scelta impopolare. Anche per una scelta sbagliata! Questa politica prova invece a spacciare per buona una scelta sbagliata. E per farlo brucia la credibilità propria e di parte dei Servizi pubblici.
E guardate che non è un problema locale. Se ci spostiamo di 1.000 chilometri, troviamo Letta che dichiara "Il trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro avverrà in tutta sicurezza, nel rispetto di tutti gli standard internazionali: lo scalo calabrese è stato scelto perché ha esperienza, "è attrezzato ai trasbordi pericolosi" e ha già movimentato sostanze classificate 6.1, uguali a quelle in arrivo con la nave danese".
E ci mancherebbe che non fossero rispettati gli standard internazionali! Se è sacrosanto che si distruggano le armi chimiche (anche se altre armi anche peggiori sono conservate in stato di buona efficienza) e quindi da qualche parte occorre farlo, quello che i nostri politici continuano a non capire è che la popolazione ha diritto ad un'adeguata informazione. Ed ha diritto di disporre di strutture di controllo di cui fidarsi. 
Non so se sia vero che il porto di Gioia Tauro non ha un piano di emergenza adeguato per le operazioni di trasbordo di armi chimiche, come ha detto un sindacalista del Porto. Ma è plausibile.  
Ma come può il Presidente del consiglio dire che il porto "ha già movimentato sostanze classificate 6.1, uguali a quelle in arrivo". Stiamo parlando di armi chimiche. Quelle sono sostanze tossiche in classe 6.1.
Non gli viene il dubbio che, almeno "politicamente", possa esserci una differenza? Perché se sono veramente già transitate sostanze ad analoga tossicità, come mai non se ne è parlato?
In caso contrario, se sono "semplicemente" passate sostanze in classe 6.1. (tossiche), Letta ha detto una cosa sbagliata e controproducente. Per la prima cosa la colpa è dei suoi tecnici. Per la seconda la colpa è sua. Ho il diritto di avere un capo del governo che si pone domande!
E quindi da Gioia Tauro possiamo tornare al Gerbido. 
In entrambi i casi abbiamo un uso dei tecnici (o dei tecnici che si fanno usare) funzionale alle esigenze della politica. E se la gente si incazza, allora la colpa è dell'antipolitica!
Carlo

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