"Della
mia vicenda racconterò tutto martedì alle Camere, ma vi dico solo che voglio
vivere in un paese libero, voglio vivere in un paese che sia libero, dove
l'onesta personale sia un patrimonio condiviso. Il ministro della Giustizia
deve essere responsabile e ha il dovere di rispettare le leggi, ma deve anche
avere il diritto di essere un essere umano.
Ho la coscienza a posto, non darò
le dimissioni: si dimette chi ha cose di cui pentirsi. Negli ultimi tre mesi ho
fatto più di cento interventi per persone che ho incontrato nel corso delle mie
visite in carcere o i cui i familiari si sono rivolti a me anche solo tramite
una e-mail. Ho fatto il mio dovere. Abbiamo il dovere di dare risposte, avendo
75mila detenuti. Voglio che questo sia il Paese di Beccaria".
Con queste parole il ministro della Giustizia Cancellieri ha motivato il suo intervento a favore di Giulia Ligresti.
La cosa che più mi colpisce è che nessuno si sia alzato ed abbia detto:
"Signora Ministro, ma non capisce proprio la differenza? Ciò che Lei ha fatto per i detenuti è encomiabile!. Ma Giulia Ligresti è una sua amica di famiglia. E per un amica, Signora Ministro, non lo si può fare!" "Per gli estranei, sì! Ma per un'amica non si può fare!"
Non riusciamo a capire questo semplice concetto e ci stupiamo che in Europa ci guardino con diffidenza.
Carlo
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