Non credo di meritarmi anche la "meritocrazia"

Come in occasione di ogni altra manovra economica, anche questa volta il Governo ha detto che 
vuole sviluppare la meritocrazia 

Il termine "meritocrazia" fu usato la prima volta da Michael Young nel suo libro "Rise of the Meritocracy" del 1958. Il termine era usato in modo dispregiativo e l'autore tratteggiava lo scenario di un futuro in cui la posizione sociale di un individuo sarebbe stata determinata dal suo quoziente intellettivo e dallo sforzo.
Da 20-25 anni in Italia la meritocrazia è presentata come un valore positivo. In generale i sostenitori della meritocrazia sostengono che un sistema meritocratico sia più giusto e più produttivo di altri sistemi e che garantisce la fine di discriminazioni fondate su criteri arbitrari quali il sesso, la razza e le origini o le appartenenze sociali.
Chi pensa alla meritocrazia, in Italia pensa ad un sistema dove le cariche amministrative, le cariche pubbliche, e qualsiasi ruolo che richieda responsabilità
nei confronti degli altri  siano affidate secondo criteri di merito e non di appartenenza lobbistica, familiare, nepostistico, clientelare , ecc.
E' difficile trovare persone che non siano favorevoli alla meritocrazia. Quasi tutti ritengono che i propri meriti siano stati sottovalutati e che qualcuno ha avuto, mentre sarebbe toccato a loro, ....
Il vero problema è che nessuno mi ha mai spiegato come si faccia a riconoscere il merito di qualcuno secondo criteri condivisi.
Ovviamente anch'io credo che molti miei grandi meriti non mi siano stati riconosciuti e vedo che molti miei amici meriterebbero di occupare posizioni di maggiore rilievo. E non credo che sia il mio affetto per loro a farmi avere una visione distorta. Anzi, come dice chi mi conosce, pretendo molti di più dagli amici che non dagli altri. Sono assolutamente convito che molti miei amici e conoscenti meriterebbero di occupare posizioni di maggiore rilievo!
Quando la  "politica" (politici, e propagandisti e lacchè vari) ci parla di meritocrazia, ci dice "Sì, è vero. Ti sto togliendo qualcosa. Ma Tu meriti di più. Ed io (tramite la meritocrazia) farò in modo che Tu lo possa avere"
Magari questo sistema potrà servire per farci ingoiare bocconi amari ancora per qualche anno.
Ma visto che non sappiamo misurare il merito, dovremmo capire che la meritocrazia non esiste e non può esistere. E' solo un buon sistema per dare meno a tutti.
Io preferirei che nella politica, nella pubblica amministrazione, nei servizi pubblici fosse definito il livello minimo di  prestazione atteso da tutti
Le cose funzionano non se premiamo chi "merita il "10 e lode", ma se facciamo in modo che tutti raggiungano la sufficienza. Per intendersi, il sei, o anche il seimenomeno.
Non tutti nascono "Maradona" o "Platinì" ma tutti hanno diritto di guadagnarsi da vivere lavorando secondo le proprie capacità. E Maradona o Platinì da soli, non vincono la partita. 
Occorre invece che tutti sappiano qual'è il minimo che ci si attende da loro ci si attende da loro,....  e che si "impegnino" per farlo. Ma è più facile che questo succeda se non si vedono privilegi e clientele. E quindi, come nel resto del mondo, la pulizia deve cominciare dall'alto. 
Parlare di meritocrazia è un ottimo sistema per mantenere la situazione attuale. Non c'è professore universitario, primario, dirigente pubblico o Assessore che non sia al suo posto, se non per i suoi meriti. Provate a dimostrare il contrario!
Dimenticare la meritocrazia, non solo ci darà un mondo con un po' meno di stress (stress che piace a chi ambisce essere uno stressatore, non agli stressati) ma ci permetterà di superare con calma, pacatamente, anche la clientela e la discriminazione
Ciao,  Carlo





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