La prima cosa a cui si deve prestare
attenzione non è l'affermazione che ci colpisce, ma la domanda a cui risponde
l'affermazione.
Mi spiego, un noto farmaco per l'influenza
è efficace nel 90 % dei casi. Meraviglioso, direte voi. L'affermazione è vera,
... solo che l'efficacia consiste nel ridurre la durata media dell'influenza da
5 giorni a 4,5 giorni. Quindi nessuno mente, ma direi che l'affermazione trae
in inganno. O no?
Occorre sapere che gli studi in questione (indagini
epidemiologiche) non si basano su complesse analisi di laboratorio che ci
dicono la verità. Si tratta di studi che valutano la frequenza della malattia
in una popolazione messa a confronto con la frequenza della malattia in altre
zone.
Individuare le malattie è la cosa più
facile; ma si tratta di malattie che possono insorgere per molte cause. Ed i
casi causati da fattori ambientali sono indistinguibili da quelli di altra
origine.
La cosa cosa (più) difficile è attribuire
l'esposizione. Chi sono i soggetti esposti alle emissioni dell'inceneritore? E
chi sono i non esposti? E poi, come si comprende facilmente, si può essere
esposti tanto o poco.... Inoltre gli agenti inquinanti (anche diossine e PCB)
sono presenti nell'ambiente a causa dell'inquinamento da altre fonti.
Senza annoiarci troppo in questa sede può
essere chiaro che le indagini epidemiologiche sulla popolazione possono avere
difficoltà di "messa a fuoco". E se non si mette a fuoco bene, non si
vede bene. E se non si vede bene, beh, possono sfuggire cose importanti.
Possiamo dire che quando un indagine
epidemiologica condotta correttamente evidenzia qualcosa, con tutti i limiti
della significatività statistica, abbiamo visto qualcosa.
Al contrario, quando un'indagine non
evidenzia effetti, non possiamo asserire che non ci sono effetti, ma solo che
non siamo riusciti a misurarli.
Con questo spero che abbiamo fatto un
piccolo passo avanti nel comprendere perché è difficile discutere degli effetti
sulla salute dell'incenerimento dei rifiuti.
E spero che sia diventato più chiaro il
motivo per cui ritengo che la comunicazione dei rischi ambientali per la salute
ponga seri problemi di democrazia.
E allora? Vedremo il seguito con la prossima
"pillola".
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