Il solo fatto di discutere di inceneritori
evidenzia un importante errore di prospettiva. Questo ovviamente non vuol dire
che non si debba discuterne, ma se ci tuffiamo nel tema senza riflettere, possiamo
non renderci conto che rischiamo di portare avanti messaggi sbagliati.
Ovviamente la colpa non è di chi si oppone
ad una scelta dissennata, ma è di chi,
a fronte di un problema - i rifiuti - invece che riflettere sulle soluzioni, sposa acriticamente un approccio
tecnologico che ovviamente non risolve
il problema, ma che si limita a trasformarlo. Anzi, ad aggiungerne uno più grande.
Che questa scelta corrisponda all'interesse
economico di qualcuno, potrebbe anche non essere grave, se nello stesso tempo
il progetto di incenerimento dei rifiuti non costituisse un danno per molti.
Rifiuti, immondizia e spazzatura
Chi vuole fare gli inceneritori, e anche
chi semplicemente non vuole essere disturbato dal problema dei rifiuti, spesso
liquida le critiche agli inceneritori affermando "i rifiuti sono sempre
stati bruciati!". Ma questo non è vero!
I "rifiuti" sono un prodotto
relativamente recente della nostra civiltà essendo nati tra le due guerre e
solo dopo il secondo conflitto mondiale i rifiuti hanno iniziato a crescere
esponenzialmente. Prima esisteva la "spazzatura" e
l'"immondizia".
E' inutile dire cosa sia la spazzatura
e l'immondizia, perché le parole descrivono bene cosa esse siano.
E così diventa anche chiaro che "rifiuti",
"immondizia" e "spazzatura" non sono
sinonimi! E forse si capisce cosa siano
i "rifiuti"; per non drammatizzare potremmo dirla con lo Jedi,"i
rifiuti sono il lato oscuro della civiltà dei consumi".
Più seriamente, "rifiutiamo" ciò
che non serve più, o meglio ciò che ci sembra più semplice sostituire con il
nuovo, invece che riparare o riutilizzare. E visto che "rifiutiamo"
oggetti che così diventano "rifiuti", "rifiutiamo" anche di
riflettere sui "rifiuti".
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